Il Friuli raggiunge il record di migranti: oltre 15mila dalla Rotta balcanica e i centri scoppiano

Sabato 26 Novembre 2022 di Loris Del Frate
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L’anno non è ancora terminato, ma il record è già stato raggiunto. Già, perchè dall’inizio dell’anno sino a ieri il numero degli immigrati irregolari che sono entrati in Italia (leggi Friuli Venezia Giulia) dalla rotta balcanica, sono stati 15 mila. «Un numero - spiega l’assessore regione Pierpaolo Roberti - che ci preoccupa moltissimo, anche perchè, tanto per fare un esempio, sono praticamente il doppio di quelli entrati nel 2019.

Non faccio riferimento agli altri due anni perchè sono “viziati” dalla pandemia. Facile intuire, quindi, perchè chiediamo già da tempo a gran voce che c’è bisogno di rinforzare la vigilanza e introdurre tutti i sistemi possibili per fermare questi arrivi».


A NOVEMBRE


«Allo stato attuale - va avanti Roberti - visto che stiamo entrando nel periodo invernale possiamo dire subito che il numero degli arrivi è calato in maniera considerevole rispetto ai flussi che abbiamo registrato nei mesi precedenti. In più sono ripresi in trasferimenti. Con l’arrivo del freddo - va avanti l’esponente della giunta Fedriga - possiamo stare un po’ più tranquilli, anche se è un attimo che arrivi la prossima primavera e riprendano i flussi in entrata. Se il Governo non ci da una mano concreta il rischio vero è che il numero possa crescere ulteriormente il prossimo anno, cosa che non possiamo assolutamente permetterci».


PATTUGLIE MISTE


Resta da capire cosa deve fare il Governo per bloccare gli arrivi. «Abbiamo già sperimentato che due provvedimenti sono subito efficaci e consentono di arginare i flussi. Il primo è legato alla realizzazione delle pattuglie miste come è stato fatto negli scorsi anni, il secondo che venga consentito il respingimento immediato di chi viene sorpreso in entrata». Come dire che viene rispedito subito in Slovenia. «Del resto - chiarisce l’assessore regionale - si deve partire dal presupposto che per l’immigrato questo viaggio è un investimento, ci mette dei soldi. Se nessuno lo ferma e, anzi, viene accompagnato ai Centri di smistamento, è evidente che la voce si sparge e ne arriveranno sempre di più. Se invece vengono rispediti oltre confine l’investimento non va in porto e questo diventa una sorta di dissuasore per tutti gli altri».


IL FENOMENO


L’assessore regionale Roberti segnala anche un altro fatto che si sta verificando in maniera sempre più massiccia in varie città della regione, Udine e Pordenone compresi. «Se è vero che in questo momento non abbiamo casi di stranieri irregolari che dormono all’aperto, magari occupando immobili abbandonati o sfruttando gli androni dei palazzi, è altrettanto vero che stiamo assistendo, invece, ad una occupazione sempre più sistematica e massiccia di piazze da parte di stranieri regolarmente accolti e in attesa della verifica dello status. Anche a causa di alcune associazioni che li indirizzano a trovarsi insieme in un determinato luogo, ci sono segnalazioni di diversi siti frequentati oramai solo da migranti (a Pordenone c’è piazza Risorgimento e a Udine borgo Stazione ndr.) e queste sono situazioni che non vanno assolutamente bene. Non è pensabile, infatti - conclude il referente regionale della Sicurezza - che intere piazze di una città o di un paese vengano di fatto espropriate ed occupate dagli immigrati togliendo di fatto ai residenti locali la possibilità di ritrovarsi in quel sito che a questo punto perde pure l’identità. Sarà necessario intervenire. Valuteremo come fare con la disponibilità dei sindaci».


I NUMERI


Resta il fatto che dalla rotta balcanica dall’inizio dell’anno sono transitati praticamente più stranieri che quelli censiti dal Mediterraneo. Un fenomeno che deve far riflettere anche perchè c’è da aggiungere un’altra considerazione. I 15 mila che sono “contati” non sono gli unici che hanno passato il confine. C’è sicuramente un’altra parte, anche se decisamente minore che non ha lasciato traccia della sua entrata aumentando, però, i numeri dei flussi. Anche i passeur oramai conoscono molto bene la rotta balcanica e quindi cresce sempre di più l’esigenza di trovare una soluzione anche per gli stessi migranti che poi finiscono nei centri o peggio a girare senza meta e a dormire nei parchi.

Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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