Tangenti a Santa Maria di Sala. La mazzetta data dall'imprenditore all'ex sindaco: «Avevamo chiesto 15mila ma ha dato 9: va bene così»

Giovedì 26 Gennaio 2023
Tangenti a Santa Maria di Sala. La mazzetta data dall'imprenditore all'ex sindaco

SANTA MARIA DI SALA - Una mole di documentazione da studiare, quella che attende i difensori dei cinque indagati finiti agli arresti domiciliari per il presunto giro di tangenti a Santa Maria di Sala. Gli avvocati sono al lavoro, in vista degli interrogatori di garanzia fissati tra domani e sabato davanti al giudice per le indagini preliminare Antonio Liguori.

Un primo appuntamento importante, a cui sarà presente anche il sostituto procuratore, Federica Baccaglini, che da tre anni coordina le indagini dei carabinieri.

Tangenti a Santa Maria di Sala, gli interrogatori

Ma il principale indagato, l'ex sindaco salese, attuale presidente dimissionario del Consiglio comunale, Nicola Fragomeni, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo difensore, l'avvocato Fabio Della Mura, all'indomani dell'arresto, lo aveva trovato «battagliero, pronto a difendersi». Ma il momento potrebbe non essere domani, quando è fissato l'interrogatorio di Fragomeni. «Dobbiamo rivederci per prendere una decisione, ma c'è troppa documentazione da studiare - anticipa Della Mura - Prima di rispondere vanno studiate bene le carte». Una strategia che potrebbero adottare anche altri indagati ai domiciliari. Per domani, oltre a quello di Fragomeni, sono stati fissati gli interrogatori dell'altro ex sindaco, Ugo Zamengo, dell'architetto Marcello Carraro e dell'imprenditore padovano, Battista Camporese. Sabato, invece, sarà la volta dell'altro imprenditore padovano, Mauro Cazzaro, nonché del capo ufficio tecnico del Comune salese, Carlo Pajaro. Sei interrogatori che potrebbero diventare altrettante scene mute, ma anche riservare qualche sorpresa.

Trojan per le intercettazioni

Intanto emergono nuovi dettagli sulle indagini che hanno portato al blitz di lunedì. Fondamentali - lo aveva detto da subito il procuratore Bruno Cherchi - sono state le intercettazioni. Tradizionali, ma anche più tecnologicamente evolute. Così, nel cellulare dell'architetto Carraro, i carabinieri hanno messo l'unico trojan utilizzato per l'indagine. Una sorta di virus, che viene installato nello smartphone o nel tablet della persona da controllare, capace di registrare (o filmare in alcuni casi) delle conversazioni ritenute interessanti.

La mazzetta da 9mila euro

Ed è proprio il trojan sul cellulare di Carraro, nel marzo 2020, a documentare l'unica dazione di denaro che, secondo l'accusa, sarebbe stata effettivamente versata al gruppo. Novemila euro che sarebbero stati consegnati dall'imprenditore Massimo Cazzin allo stesso sindaco Fragomeni. Succede in una conversazione intercettata quando Carraro si lamenta del fatto che Cazzin non avesse pagato nulla per l'opera di mediazione svolta durante le trattative. Fragomeni interviene: «Solo a me, forse». A cui Carraro replica stizzito: «Sì! E ha fatto fatica eh, te lo dico io!». È a questo punto che durante la chiacchierata Carraro chiede a Fragomeni se ricordi quanto denaro avessero chiesto a Cazzin per quell'affare che li interessava entrambi: «Perché dopo... non mi ricordo ma... ti ricordi cosa gli avevamo chiesto?». Fragomeni risponde: «Quindicimila euro!». E Carraro: «E cosa ti ha detto?», al che Fragomeni risponde: «Nove. E tu mi hai detto: va bene così, buono, va bene così».

R. Br.
D. Tam.
 

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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