Tangenti a Santa Maria di Sala, ora tremano altri amministratori e dirigenti

Mercoledì 25 Gennaio 2023 di Davide Tamiello e Sara Zanferrari
I carabinieri in municipio

SANTA MARIA DI SALA - E adesso sono in tanti a tremare. Il terremoto giudiziario sulle tangenti per i cambi di destinazione d'uso dei terreni agricoli che ha portato all'arresto, lunedì all'alba, dei due ex sindaci di Santa Maria di Sala (Venezia) Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo, del responsabile dell'ufficio tecnico Carlo Pajaro, dell'architetto Marcello Carraro e dei due imprenditori Giovambattista Camporese e Mauro Cazzaro, rischia di non rimanere una scossa isolata. Le intercettazioni telefoniche e le cimici piazzate nelle auto degli indagati, negli uffici comunali e privati (lo studio di Carraro, per esempio), nei bar e nei ristoranti che frequentavano, in tre anni di indagini hanno fornito un materiale investigativo immenso. Se l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip veneziano Antonio Liguori è di circa 200 pagine, l'informativa dei carabinieri del nucleo investigativo di Venezia presentata al pubblico ministero Federica Baccaglini, invece, è dieci volte più corposa. Duemila pagine di nomi, frasi, parole, accordi, promesse che daranno il la, con ogni probabilità, a nuovi filoni di inchiesta. Servirà del tempo per approfondire determinate situazioni e profili, ovviamente, ma la sensazione degli investigatori è quella di aver aperto il proverbiale vaso di Pandora: a rischio indagini ci sono altri amministratori, dirigenti e funzionari del Comune. Gli inquirenti si sono già messi al lavoro: eventuali sviluppi potrebbero arrivare anche in tempi relativamente brevi.
Nel frattempo, quello che, stando alla ricostruzione riportata nell'ordinanza di custodia cautelare, sarebbe il principale indagato dell'inchiesta, l'ex sindaco Nicola Fragomeni, si dice tranquillo.

Anzi, «battagliero» e deciso «a dimostrare la sua innocenza». Perché il «signor Fragomeni non ha preso un euro», dice l'avvocato Fabio Della Mura, difensore fresco di nomina dell'ex primo cittadino. «Il signor Fragomeni si è autosospeso dalla presidenza del Consiglio comunale. Manderà la comunicazione oggi stesso (ieri, ndr.)».


LA POLITICA
Le dimissioni di Fragomeni sono solo uno degli effetti della bomba sganciata dalla Procura lagunare sull'amministrazione salese. L'attuale sindaca Natascia Rocchi sta infatti anche pensando di rivedere le deleghe dell'assessore Monica Bertolin, moglie di Marcello Carraro. Certo, ha spiegato la prima cittadina, essere moglie di un indagato non è una colpa, ma quella delega al Sociale della Bertolin pesa, non fosse altro perché riguarda il referato che si occupa delle case di riposo, proprio il cuore dell'inchiesta sulle tangenti salesi. Oltre alle dimissioni di Fragomeni, si dovrà valutare la posizione di Zamengo (anche lui consigliere comunale). Basterà un rimpasto o si aprirà una crisi? Rocchi, forte anche del consenso ereditato da Fragomeni, ha vinto le elezioni con il 70 per cento: una maggioranza solida che, al momento, potrebbe reggere l'impatto senza grossi problemi. Resta da vedere se un eventuale sviluppo dell'inchiesta arriverà a colpire altri componenti della sua amministrazione, tra Giunta e Consiglio. In quel caso, ovviamente, la questione si farebbe ben più spinosa.
Rocchi, però, sembra decisa a una sua rivoluzione interna già da subito. Sconfessando, da un certo punto di vista, quello che era il metodo di lavoro del suo predecessore.


CHI ENTRA, CHI ESCE
A cominciare dagli ingressi in municipio che, d'ora in poi, saranno controllati: «C'era però un viavai continuo di gente, adesso ho detto No, dobbiamo sapere qui chi entra, chi fa cosa, adesso veramente dobbiamo applicare delle azioni più virtuose ancora. Sono ferita, mi rendo conto che chi fa il sindaco non deve essere legato a interessi, non solo personali, ma anche amicali, deve guardare all'interesse generale e questo io l'ho sentito e lo sento davvero dentro di me. Ho le mie regole morali e alcune conoscenze giuridiche che non guastano: anche per fare il sindaco è necessario avere una preparazione, se ho accettato è perché mi sentivo in grado di poterlo fare, con serenità e coscienza».

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Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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