Mose, Consorzio Venezia Nuova salvo: «Tra un paio di mesi ripartono i lavori»

Intervista al commissario liquidatore Massimo Miani

Mercoledì 2 Marzo 2022 di Roberta Brunetti
Il Mose alzato

VENEZIA - I lavori del Mose ora possono ripartire. Non subito, realisticamente tra aprile e maggio, calcola il commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova Massimo Miani, che ha portato a casa l'impresa di rimettere in sesto i conti disastrati del concessionario. «È stata un'odissea» commenta il commercialista veneziano, catapultato nella galassia Mose meno di un anno e mezzo fa.

In poche settimane capì la situazione drammatica del Cvn: 300 milioni di buco accumulati, dopo la stagione allegra delle tangenti e la successiva stretta degli amministratori che aveva rallentato anche i lavori, con i relativi pagamenti. A fronte di un tale quadro pare che nei primi mesi lo stesso Miani volesse mollare.


GLI INTOPPI

A quella fase seguirono mesi difficili, con un primo tentativo fallito di ripianare i debiti con la successiva richiesta di concordato preventivo e l'inizio di una trattativa estenuante con i creditori - le imprese, ma anche il Provveditorato alle Opere pubbliche - per arrivare a un accordo che consentisse di chiudere con il passato e ripartire. Trattative continuate fino a martedì sera, ultimo giorno utile per uscire dal concordato ed evitare il fallimento. L'ultima a firmare è stata la Mantovani, con le sue società. Una firma che mette una pietra tombale su controversie da centinaia di milioni, da una parte e dall'altra. «La firma è arrivata alle otto meno dieci - racconta Miani - Abbiamo depositato in Tribunale alle 22». Due ore prima della scadenza.
Commissario, ora cosa accade e con che tempi?
«Noi abbiamo depositato la rinuncia al concordato e il piano di rientro, avendo trovato un accordo che rimette in equilibrio il Consorzio Venezia Nuova, ripagando tutti i debiti alle imprese e chiudendo tutti i contenziosi. Ora il Tribunale farà una presa d'atto e dichiarerà estinto il concordato. Questo potrebbe avvenire in tempi brevi. Qualche giorno. A quel punto pagheremo i primi acconti alle imprese»
Come ripartiranno i cantieri fermi da un anno?
«In questa fase i cantieri non potevano essere che fermi: con i 300 milioni di debiti del Cvn, con tutti i contenziosi aperti, con il concessionario che non poteva rilasciare fideiussioni e le imprese che senza essere pagate non potevano lavorare. Mi sono trovato davvero con una situazione disastrosa, che avrebbe portato al fallimento del Consorzio. L'abbiamo recuperata per i capelli. Non c'erano alternative all'accordo. Ora si apre una stagione nuova: ci sarà da pagare i debiti e ripartire con i lavori».
Quando avverrà concretamente?
«Stiamo già lavorando sul crono programma. C'è la parte relativa alla conclusione del Mose, con l'ipotesi di chiudere in 18 mesi dalla ripresa dei lavori che non sarà, però, da domani. Potrebbe essere tra aprile e maggio. Per arrivare alla conclusione di questi lavori alle bocche di porto, impianti compresi, a fine 2023. Per il piano Europa e gli altri interventi del sistema Mose il termine si sposta al 2025».
E per le conche di navigazione da sistemare, tanto importanti per il Porto?
«Per quella di Malamocco c'è già al lavoro la Cimolai: dovrebbe finire per i primi mesi del 2023. Per Chioggia purtroppo la ditta è entrata in concordato: si tratta di recuperare le porte. Speriamo anche qui di avere l'opera risistemata per l'inizio del prossimo anno».
C'è chi teme, anche tra le imprese, che saranno lasciati indietro i lavori di salvaguardia in laguna e in genere non strettamente connessi alle paratoie.
«Cercheremo di andare avanti in parallelo. A un certo punto, poi, il Cvn andrà chiuso».
Quando? Alla fine dei lavori alle bocche, quindi nel 2023, o alla fine di quelli del sistema Mose, quindi nel 2025?
«Quando sarà finito tutto il sistema Mose».
Intanto dovrebbe nascere la nuova Autorità per la laguna, destinata con la sua società in house ad assorbire il personale del Cvn?
«Non conosco il tema Autorità. Quando arriverà gestiremo questi passaggi. Bisognerà capire se resterà l'attuale assetto o se diventerà un ente economico, cosa che potrebbe facilitare l'approdo dei dipendenti. Ma non è un tema mio».
Altro tema sarà la revisione prezzi del Mose, già chiesta dall'Ance. Che ne pensa?
«Bisogna che ci sediamo tutti attorno a un tavolo per cercare di capire meglio. Quel che posso dire oggi è che la parte che abbiamo vissuto finora è stata molto, molto complessa. E c'è stato un grande lavoro da parte di tutti: Governo, Provveditorato, imprese, commissario straordinario, capo dipartimento del Ministero Ilaria Bramezza. Tutti abbiamo remato nelle stessa direzione per arrivare a questo risultato. Non voglio dire che quello che ci aspetta sarà semplice, ma mi sento più tranquillo».

Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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