Il nuovo rifugio degli sbandati di Mestre: sono i condomini abbandonati tra via Sansovino e viale San Marco

Venerdì 15 Luglio 2022 di Fulvio Fenzo
Il nuovo rifugio degli sbandati di Mestre: sono i condomini abbandonati tra via Sansovino e viale San Marco
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MESTRE - Li hanno fatti sloggiare dall'ex Telecom di via Carducci e sono finiti nel cantiere fantasma tra via Sansovino e viale San Marco. Sbandati che si sono aggiunti agli altri sbandati (e spacciatori di strada) che popolano gli scheletri di questi condomini abbandonati, dove si entra scavalcando senza problemi il cancello o passando attraverso i varchi aperti nella recinzione.

Chi abita da queste parti li vede arrivare tutte le sere, passare la notte negli appartamenti che - chissà - un giorno saranno finalmente finiti ed civilmente abitati, e ripartire la mattina seguente. Un incubo che dura da anni, con qualche breve pausa solo quando vengono organizzati i periodici blitz di polizia municipale e forze dell'ordine. Pochi giorni di tranquillità perché, poi, tutto torna come prima. Più di prima.


UNA BICI AL TERZO PIANO
Al terzo piano della palazzina verso viale San Marco, a fianco dell'ex centrale Cellina, mercoledì sera hanno portato perfino su una bicicletta da città da donna, che qualche mestrina sta probabilmente cercando. Se ne sono accorti i vicini di casa che l'hanno fotografata e postata sulla pagina Facebook Sei di Mestre se.... «Era lì fino alle 9 di stamattina - raccontavano ieri in zona -, poi quello che dormiva in quell'alloggio se l'è riportata giù e se ne è andato. Ma tornerà, magari con un'altra bici». Sul davanzale dell'ultimo piano troneggia una pentola: «Si fanno da mangiare tutte le sere - raccontano ancora da queste parti -. Ma se qui almeno sono all'esterno, i problemi arrivano quando accendono dei fuochi dentro alle stanze. Abbiamo dovuto chiamare i pompieri anche l'altro giorno. Per l'ennesima volta».


Quelli che sanno le lingue ma che non capiscono cosa sia questa realtà, lo definirebbero un melting pot, un luogo in cui mescolano origini e culture diverse. «Sono africani, gente dell'est, a volte qualche barbanera. Soprattutto uomini ma anche qualche donna. Si dividono gli spazi nelle palazzine, e di spazi ce ne sono un'infinità (nelle tre palazzine si doveva realizzare un centinaio di alloggi, ndr.) e, immancabilmente, finiscono per litigare tra loro. Stamattina abbiamo sentito delle urla: ci siamo affacciati e ne abbiamo visti due che si menavano per un maglione. Ieri sera ne avevo due diceva uno, me l'hai rubato». E giù botte.


L'ACQUISTO
C'è di buono che, in un futuro non troppo remoto, qualcosa potrebbe cambiare. L'intero compendio è stato infatti acquistato all'asta per 10 milioni di euro dal Gruppo industrie edili Spa di Padova, con l'obiettivo di completare finalmente la costruzione delle tre palazzine e il restauro dell'ex centrale elettrica. Ma per ora non ci sono notizie né sui tempi dell'operazione, né su imminenti interventi di sgombero della cittadella degli sbandati che si è ricreata nel cantiere fantasma. Se un'impresa ha investito una simile cifra è chiaro che qualche progetto deve essere in gestazione, ma tra via Sansovino e viale San Marco ricordano anche il caso dell'ex Umberto I sul quale il Gruppo Alì ha puntato oltre 26 milioni di euro, senza tuttavia muovere una foglia (salvo qualche pulizia) in tre anni. «Qui davvero c'è di tutto - dice una pensionata -. Dobbiamo chiuderci in casa perché abbiamo paura di chi possiamo incontrare. Siamo abbandonati». Abbandonati come questo cantiere.

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Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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