MESTRE - Lo schema è quello già collaudato sotto gli occhi impotenti dei cittadini. Arriva un energumeno, forza la porta d’ingresso o una finestra dell’appartamento e, una volta entrato, ne prende possesso. Dopo una mezz’ora arriva un furgone che scarica qualche materasso, un tavolo e alcune sedie. Nel frattempo arrivano anche gli altri “inquilini”, fra i quali un minore. È quest’ultimo il “salvacondotto” che impedirà, almeno nell’immediato, di far sgomberare gli abusivi che hanno preso possesso dell’alloggio.
L'OCCUPAZIONE
È la scena che giovedì pomeriggio si sono ritrovati di fronte i residenti di via Ignazio Vian, al Rione Pertini, dove un appartamento comunale è stato preso d’assalto e occupato da una famiglie straniera di origine nomade. I residenti, beninteso, non sono rimasti a guardare. «Abbiamo detto agli abusivi di andarsene - racconta Giorgio Rocelli, presidente del Comitato del Rione Pertini - stando bene attenti a non passare dalle parole ai fatti, ma non c’è stato nulla da fare. A quel punto abbiamo avvisato la Polizia e i vigili urbani».
Ma neppure l’arrivo degli agenti ha risolto la situazione, perché nella casa era presente un minore, per tutelare il quale non è possibile procedere allo sgombero immediato. «A questo punto - spiega Rocelli - è necessario l’intervento degli assistenti sociali e del giudice, ma i tempi si allungano».
IL PARADOSSO
Un paradosso, per i residenti che da anni si battono per garantire la legalità nel quartiere. «È chiaro che i minori vanno tutelati - prosegue il battagliero presidente del Comitato - ma se gli abusivi li utilizzano come scudi umani per evitare o sgombero la situazione cambia, perché questi ragazzini vengono utilizzati per commettere dei reati.