VENEZIA - L'assicurazione è che «noi non molliamo» anche se qualcuno, tra i cittadini, sta perdendo la fiducia. Succede a chi vive nelle zone di via Piave e allora, oltre all'amministrazione serve che nelle strade tornino i militari. È un Luigi Brugnaro a tutto campo sulla sicurezza quello che ieri, a Ca' Corner, ha salutato i nuovi ufficiali della polizia locale. Brugnaro ha spaziato dalla zona più critica di Mestre fino al moto ondoso e alla gestione della cosa pubblica, annunciando il pugno di ferro e quattro conferenze stampa su altrettante misure per i problemi della città, sostenendo come da Venezia debba partire una modernizzazione dello Stato.
VIA PIAVE
STRADE SICURE
Brugnaro ha risposto anche al consigliere Gianfranco Bettin (Verdi progressisti) che in un'intervista lo accusava di aver sbagliato strada e di non avere il coraggio di ammetterlo. «A Bettin rispondo che va fatto un ragionamento vero sulle motivazioni per cui una persona si droga o beve. Allora - l'affondo del sindaco - chiedo che vengano ripristinate le pattuglie dell'operazione Strade sicure, negli anni sono passate da tre a uno: se è un problema di costi siamo disposti a pagarli come città però non è possibile che avvengano sulle spalle dei cittadini. Chiedo l'istituzione di un corpo antidroga che vada a stanare le case per andare a capire dove vivono e dove spacciano i pusher, perché qualcuno spaccia da casa sua, per forza».
MOTO ONDOSO
La chiusa è su Venezia e il moto ondoso. «Ognuno fa quello che vuole. La realtà è che ci vogliono più uomini e mezzi in campo - attacca Brugnaro - Con la Capitaneria firmeremo un protocollo per installare un sistema di rilevamento sulle barche più grandi, quelle che muovono più onde. Anche qui ci possiamo interrogare tutti sul nostro ruolo, per dare un esempio e non per evitare i velox».
LA RES PUBLICA
«Alla fine del mio mandato mancano tre anni - aggiunge il sindaco - saranno nel segno del pugno duro: scoveremo e denunceremo quei cittadini che di nascosto fanno gli abbandoni di rifiuti e denunceremo chiunque transige alle regole civili». Il dito è puntato verso chi scambia Venezia per un parco giochi a cielo aperto. «Sono fatti di prepotenza: l'idea che uno si butti in canale, è un atto di prepotenza nei confronti della città. Sarà tutto sempre meno tollerato».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout