Mestre, l'ex Telecom di via Carducci: doveva essere il primo hotel a 5 stelle, è il covo dei barboni

Mercoledì 13 Luglio 2022 di Fulvio Fenzo
Mestre, l'ex Telecom di via Carducci: doveva essere il primo hotel a 5 stelle, è il covo dei barboni
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MESTRE - Ieri un altro blitz, ed ora siamo su una media di uno sgombero al mese. Quello che doveva diventare il primo hotel a 5 stelle di Mestre, si è trasformato nell'ennesimo bubbone della città, perfino più centrale dell'ex Umberto I dove, per adesso, le recinzioni reggono ancora. Polizia locale, squadre di Veritas e, alla fine, gli operai chiamati per cercare di sigillare tutte le aperture (tante, tantissime, non solo porte e finestre) sono tornati nell'ex Telecom di via Carducci, l'edificio alle spalle delle Poste di piazzale Donatori di sangue e che confina con il Museo M9, diventato di nuovo bivacco di sbandati e tossicodipendenti.

Un'analoga operazione era stata eseguita il 9 giugno scorso, e poi un mese e mezzo prima. Perché, per chi non ha niente da perdere, quell'edificio abbandonato è comodo e perfino ospitale. E, per entrarci, avevano perfino posizionato una scala.


VIAVAI DAL CANCELLO
Non che prima non ci avessero pensato a fissare delle grate di ferro alle finestre e alle porte. C'erano eccome, ma dopo un mese gli ospiti dell'ex Telecom erano riusciti a segarle con una particolare accortezza: il taglio era stato eseguito solo nella parte bassa per fare in modo che, per i pochi che passano per via Meucci o i passaggi più o meno periodici degli agenti, non fosse possibile vedere i varchi restando in strada. E così gli accessi avvenivano scavalcando il cancello in fondo alla viuzza (problema ancora non risolto, anche se ora all'interno è stato tutto nuovamente sigillato), con dentro una scala per scendere nel cortile e quindi infilarsi in uno dei tanti ex uffici dell'edificio. Se in giugno gli agenti della Polizia locale erano riusciti a sgomberare parecchia gente, ieri non sono state trovate tante persone, ma in compenso è stata raccolta una montagna di materassi e coperte di fortuna, segno che le frequentazioni notturne erano tornate ad essere numerose. Nel pomeriggio, poi, sono arrivati gli operai con un altro carico di inferriate da posizionare almeno su tutte le finestre dei primi due piani, le porte, le aperture delle scale sul retro e le rampe che portano nei garage interrati. Un lavoraccio, anche perché si è capito che, più prima che poi, altri tenteranno di entrare.


PROGETTO BLOCCATO
Una situazione ben lontana dai sogni che si erano fatti per il palazzone ex Telecom, che doveva appunto diventare un hotel con un investimento da 35 milioni di euro per realizzare una struttura super lusso da 130 camere, con entrata da via Carducci e da via Pascoli, realizzando anche una piazza pubblica. Progetto che, complice il Covid, pur non essendo stato definitivamente abbandonato, resterà sicuramente congelato per chissà quanto altro tempo ancora. E così, dalle parti di via Carducci, si mastica amaro per il futuro che si prospetta: «L'albergo? Qui non lo vedremo mai - alza le spalle un residente -. Sarebbe stato meglio pensare ad un utilizzo dell'ex Telecom legato all'Università. Quello sì che avrebbe riqualificato il centro, portando giovani e un po' di vita». Un'idea, anche se la realtà è un palazzo blindato dalle grate arrugginite. Fino al prossimo blitz.
 

Ultimo aggiornamento: 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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