San Donà di Piave. Il partigiano dimenticato ora potrà tornare a casa

Lunedì 1 Aprile 2024 di Davide De Bortoli
Matteo Corritore

SAN DONA' DI PIAVE - Il partigiano dimenticato tornerà a casa.

Era un giovane di 24 anni, originario di San Giovanni Rotondo (Foggia), morto il 9 agosto 1944 a San Donà. Dopo 80 anni le spoglie di Matteo Corritore torneranno a casa, dove saranno accolte con una cerimonia solenne, su iniziativa del Comune d'origine. Era nato il 17 luglio 1920, si era sposato con Lucia Cisternino nel 1940, arruolato come soldato semplice nell'esercito italiano. A ricostruire la sua terribile vicenda è Salvatore Mangiacotti, ex sindaco della città pugliese che si occupa di storia locale, ed è venuto un paio di volte in municipio a San Donà sulle tracce del compaesano ucciso. «Dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943 Corritore non aderisce alla Repubblica di Salò né si arruola con i nazisti - spiega Mangiacotti ma entra a fare parte della brigata "Negrin" di Treviso, divisione "Sabatucci". Il suo sacrificio è emblematico del contributo che i meridionali hanno dato alla lotta di liberazione nel Nord. Nella ricerca delle sue spoglie c'è anche la volontà di creare un legame con la comunità di San Donà, all'insegna dell'amicizia e degli ideali su cui si è costruita l'Italia».


I LIBRI

L'episodio della sua morte è citato nei libri "Un soffio di Libertà" di Morena Biason e "Storia cristiana di un popolo" di Domenico Savio Teker, e online nell'Atlante delle stragi nazifasciste e della sezione pugliese dell'Anpi. «Durante un conflitto a fuoco in località Musile il 7 agosto i tre partigiani Corritore, Agostino Visentin e Pino Rossi furono catturati continua Mangiacotti Rossi riuscì a salvarsi mentre Corritore e Visentin furono interrogati, torturati e fucilati alla schiena vicino al municipio. Colpiti in più parti morirono dissanguati. C'era una violenza inaudita da parte dei nazifascisti che operavano in quelle zone nei confronti di chi aveva scelto di stare dalla parte della democrazia e della libertà». Nei mesi scorsi il sindaco di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti ha contattato il sindaco di San Donà Alberto Teso che si è attivato per cercarne i resti di Corritore. «Dopo molte ricerche, abbiamo ritrovato la sua urna funeraria nel nostro cimitero spiega Teso mi ha colpito quanto accaduto a un giovane proveniente dall'altro capo dell'Italia e ucciso a San Donà, sepolto nel nostro cimitero in un momento difficile della storia italiana». Le sue spoglie torneranno finalmente nella città d'origine, il 24 aprile è prevista la consegna dell'urna a San Donà dove arriverà una delegazione pugliese con Mangiacotti e alcuni parenti, poiché la famiglia Corritore è molto numerosa. Seguirà una cerimonia il giorno dopo per il rientro a San Giovanni Rotondo, nell'anniversario della Liberazione.

Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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