Addio a Spill Fox, protagonista della rivoluzione punk del movimento Great Complotto

Lunedì 20 Dicembre 2021 di Valentina Silvestrini
Marco Sartore, in arte Spill Fox

PORDENONE - Un uomo autentico, un boxeur, un karateka, un amante della montagna, un uomo libero e pieno di spirito. Marco Sartore, cinquantanovenne pordenonese morto nella notte tra sabato e domenica scorsa dopo lunga malattia, è stato uno dei primissimi Naoniani di quella rivoluzione che fu il Great Complotto. Perciò a piangerlo ieri è stata una comunità talmente trasversale da abbracciare tutte le anime di “Spill”. Spill Fox, ovvero Marco Sartore, è stato tra i primi a frequentare Tequila, la sala prove al civico 44 di Corso Vittorio Emanuele a Pordenone dove è nato il movimento del Great Complotto. Uno degli anticipatori di quell’onda del punk pordenonese che portò la cittadina sul Noncello a diventare un punto di riferimento nella storia della cultura musicale e urbana in Italia dalla fine degli anni Settanta. 
 

SPILL FOX
Spill era cantante nella band The Tequilas, in quel magmatico formarsi e riformarsi di gruppi musicali che contraddistingueva Pordenone negli anni Ottanta. Nato a Padova, cresciuto nel quartiere Cappuccini di Pordenone, per poi diventare “friulano” per scelta in un altro capitolo della sua vita, quando imbracciata la falce aveva iniziato a prendersi cura della montagna e del territorio della Val D’Arzino,  dove assieme alla moglie possedeva una seconda casa e dove era entrato nella Protezione Civile, guidato dal suo profondo rispetto della natura. Un amico poliedrico, di cui essere orgogliosi, straordinariamente divertente. La prima comunità a ricordarlo con dolore è quella condivisa con i “fratelli” dello Stato di Naon alla fine degli anni Settanta e negli anni Ottanta. Un movimento convulso, pieno di agitazione artistica, senza leader né protagonisti. In quel fermento assoluto, Spill si muove, stringe amicizie, si avvicina alla musica, canta. 
 

L’AMICO
Amico è la parola ricorrente nei tanti ricordi sgorgati nelle ultime 24 ore, “un simpatico terremoto” capace di conquistarsi la stima di chi gli stava accanto. Dopo la musica è venuta la boxe inusuale in quel momento, per poi passare al Karate, di cui è diventato cintura nera e maestro. Alla natura e soprattutto alla montagna si è dedicato in maniera profonda, così come a uno stile di vita dedicato alla meditazione e alla spiritualità. Ma anche alla salute e alla tutela del “locale” non a caso da poco aveva avviato con dei soci la sua nuova impresa, coltivando cipolle locali di cui aveva iniziato a produrre delle confetture pregiate. Eccellente cuoco, condivideva l’amore per la cucina con le figlie, che al padre sono state vicine fino all’ultimo in maniera straordinaria.
 

UN UOMO INSTANCABILE
La morte di Marco Sartore ha lasciato i familiari affranti per la perdita di un figlio, di un padre, di un marito, di un congiunto e di un amico. Tanto da sollevare un’onda di nostalgia oltre che di sofferenza per chi lo ha conosciuto nelle mutevoli fasi della sua vita. Uomo forte, instancabile, una persona di luce intesa come meditazione spirituale da ricercare e condividere persino nel dolore e nel lutto.

Familiari e amici di Sartore si riuniranno per una cerimonia privata, ma le spoglie di Marco “Spill” sono accolte nella Prosdocimo Funeral Home di Pordenone per coloro che vorranno portargli un ultimo saluto.

Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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