Donadio, la famiglia allargata del boss: l'amico fuochista il "nipote-autista"

Venerdì 10 Febbraio 2023 di Maurizio Dianese
Donadio, la famiglia allargata del boss: l'amico fuochista il "nipote-autista"

MESTRE - Ma che bella famiglia. La "morosa" devota del figlio che avrebbe sparato i fuochi d'artificio per festeggiare il ritorno del principino azzurro dopo quattro anni di gattabuia. L'amico siciliano che quei fuochi invece li ha portati e poi sparati per davvero. E poi il "nipote" che si sveglia all'alba e parte da Jesolo con la sua auto per portarlo in aula bunker a Mestre affinchè possa assistere al processo che lo vede tra i principali imputati. Insomma la famiglia allargata di Luciano Donadio è proprio invidiabile. A cominciare dalla fidanzata di Adriano Donadio, il figlio, pure lui appena scarcerato lo stesso giorno del più famoso papà.
Ebbene, attraverso i suoi avvocati difensori, Luciano Donadio ha fatto sapere che i fuochi d'artificio che hanno agghiacciato Eraclea e atterrito anche chi di Eraclea non è, sono stati un'idea della fidanzata di suo figlio Adriano, che voleva festeggiare la sua uscita di galera dopo quattro anni di forzata lontananza da baci e abbracci.

Ma non è vero. I fuochi d'artificio infatti sono stati portati a casa di Luciano Donadio da un altro membro - ma maschio - della sua grande famiglia, un siciliano che per quattro anni ha fatto la spola con via Sarpi a Eraclea, entrando e uscendo dalla villetta rossa di Donadio, come fosse di casa. L'altra sera il siciliano è stato fra i primi ad arrivare in via Sarpi e in molti lo hanno riconosciuto visto che lo avevano visto e rivisto mille volte da quelle parti. Ed è lui che ha acceso i fuochi d'artificio in strada, niente a che vedere dunque con l'ignara morosa di Adriano, tirata in ballo da Luciano Donadio all'unico scopo di accreditare la favola che lui non c'entra con quei botti.


L'ACCOMPAGNATORE
Ma per una morosa che esce, ecco un nipote acquisito che entra. Siccome ieri mattina Luciano Donadio è arrivato in aula bunker assieme al figlio Adriano su una T-Roc nera di proprietà di un jesolano acquisito, ci si è chiesto chi fosse questo Mario G. originario di Aversa, ma residente a Jesolo, che scorrazzava il boss: "È mio nipote" - ha detto Donadio. Nuovo di zecca, come nipote, visto che non era mai saltato fuori da nessuna parte, prima di ieri mattina. È che, si sa, quando si parla di famiglia a Casal di Principe, il concetto non è detto che si applichi all'anagrafe, come si usa da noi e dunque "nipote" vuol dire di tutto e di più e nel caso specifico è "nipote" anche il Signor G, amico del figlio Claudio, che si presta a fare da autista.
La famiglia Donadio, così allargata, non aveva a disposizione un parente più stretto da trasformare in chauffeur? Il fatto è che i fuochi d'artificio e l'autista "nipote" non sono reati, ma segni di quanto Luciano Donadio tenga a far sapere in tutti i modi e a tutti chi è.
 

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