Eraclea. Fuochi d'artificio per Donadio, l'appello: «Basta con la paura, subito una marcia per la legalità». Ma il sindaco dice no

Giovedì 9 Febbraio 2023 di Giuseppe Babbo
Fuochi d'artificio per la liberazione di Donadio, l'appello: «Subito una marcia per la legalità». Ma il sindaco dice no

ERACLEA - «Occorre dare un segnale forte, va organizzata una manifestazione unitaria contro con la criminalità». Non solo silenzio e paura. Tra chi sceglie di non commentare e non esporsi, a Eraclea c'è anche chi prova a reagire e a lanciare un chiaro messaggio contro la mafia. A parlare è Salvatore Esposito, portavoce di Rifondazione Comunista del Veneto Orientale, più volte impegnato in prima persona nelle battaglie a sostegno della legalità.

E ancora una volta ha voluto lanciare un appello trasversale affinché dalla società civile arrivi un chiaro segnale contro certe situazioni, ma anche contro quanto accaduto martedì sera, con i fuochi d'artificio fatti esplodere a ridosso dall'abitazione di Luciano Donadio.

LEGALITÀ

«In attesa delle indagini dei Carabinieri spiega Esposito - sull'episodio dei fuochi d'artificio sparati a Eraclea nello stesso giorno della liberazione degli imputati del noto processo per fatti di criminalità, crediamo sia necessario ribadire con fermezza il fatto che mai una città o un intero territorio debba essere lasciato nel dubbio di presenze di personaggi legati alla criminalità, organizzata o no». Per questo è stata rilanciata l'idea di una manifestazione in piazza con la proposta che verrà formalizzata a breve a enti, partiti e associazioni, anche se va detto che il sindaco Nadia Zanchin ha escluso questa possibilità, almeno in questo momento, visto il processo ancora aperto. «Ma visto quanto accaduto prosegue Esposito - invito tutte le forze politiche, i sindacati, le organizzazioni sociali e di volontariato a organizzare una seconda manifestazione unitaria per ribadire il no alla criminalità in nome della democrazia partecipata».

ARTICOLO UNO

Sulla stessa scia arrivano le parole di Gianfranco Ambrosin, iscritto a Libera e referente di Articolo Uno di Jesolo. «Oggi scendere in piazza per dire no alla criminalità organizzata commenta non è solo giusto, ma soprattutto doveroso. Mi auguro che su questo fronte ci sia un'ampia adesione. Rimane chiaro che la legge debba essere rispettata e che se i termini per la custodia cautelare sono scaduti, gli imputati debbano uscire. Occorre però dare un segnale di condanna a certi fenomeni». Ed è sempre per questo che Ambrosin invoca nuovamente l'adesione del Comune di Eraclea ad Avviso Pubblico, l'associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica. «Non è una questione di appartenenza politica è sempre il rappresentante di Articolo Uno a parlare , qui si tratta di dare un segnale a sostegno della legalità. A Jesolo c'è un'Amministrazione di centrodestra che la scorsa estate non ha esitato ad aderire a questa proposta: la battaglia contro la criminalità non ha colori politici. Il segnale doveva essere dato già negli anni scorsi, ma Eraclea è ancora in tempo per farlo, anzi personalmente mi auguro che lo stesso facciano gli altri comuni della costa».
A marcare la mancata adesione ad Avviso Pubblico è stata anche la capogruppo della lista Impegno Civico: «Condivido le parole del sindaco Zanchin quando chiede di non strumentalizzare il nostro Comune spiega Se a Eraclea vivono persone che sono imputate in questo processo, ciò non significa che tutti i residenti siano dei criminali, anzi. Su questo punto bisogna essere chiari, tuttavia non posso fare a meno di esprimere il mio rammarico per la mancata adesione alla nostra proposta, presentata ancora nel 2020, che voleva essere uno dei primi atti della nuova Amministrazione. Ci è stato risposto che questa adesione significava esporsi politicamente: per noi significa solo sostenere la legalità».

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Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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