Zaia: «Vaccini, sperimentiamo un nuovo modello di chiamata per classe d'età». Si parte con i nati del 1936 Video

Mercoledì 24 Marzo 2021 di Raffaella Ianuale
Il presidente del Veneto Luca Zaia durante la diretta
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Il governatore del Veneto Luca Zaia oggi, 24 marzo, per i consueti aggiornamenti durante il punto stampa nella sede della Protezione civile di Marghera. Oltre al bollettino che diffonde i numeri dei nuovi casi di contagio, delle vittime e dei ricoveri negli ospedali, il governatore fornisce anche le ultime novità sul fronte delle vaccinazioni nel territorio regionale.

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Luca Zaia annuncia un nuovo modello sperimentale di vaccinazione con chiamata diretta per classe di età. Per ora si inizia dai centri vaccinali di Treviso con i nati nel 1936, se poi funziona il modello verrà esteso anche alle altre province venete.

Inoltre se venerdì il Veneto torna in zona arancione, cosa che per il presidente Zaia è probabile,  riaprono le scuole.

BOLLETTINO

Sono ancora oltre quota duemila, 2.042 per l'esattezza, i nuovi casi di Covid-19 registrati in 24 ore in Veneto, che sono il 4,3% rispetto al numero dei tamponi effettuati. Lo rende noto il Bollettino regionale, con il totale da inizio pandemia a 371.544 casi. I decessi registrati da ieri sono 28, con il totale delle vittime a 10.442. I positivi attuali sono 39.128, 90 in più rispetto a 24 ore fa. Continua la crescita dei dati ospedalieri, con 39 nuovi ricoveri in area non critica e 1.792 pazienti in tutto; nelle terapie intensive si registrano altri 7 ingressi, con 267 posti occupati.

RESTRIZIONI SANITARIE

«Inizia la restrizione delle attività sanitarie e ospedaliere.

Non siamo nello scenario di marzo dello scorso anno, anche se siamo in linea nel numero dei ricoveri, ma abbiamo 60 pazienti in meno nelle terapie intensive. Comunque garantiremo le attività essenziali e la riduzione delle prestazioni sarà graduale».

VACCINI: NUOVO MODELLO

«Sono 21mila le dosi di vaccino effettuate in un giorno - spiega Zaia -  A Treviso proviamo ad attuare da domenica un modello sperimentale di vaccinazione con chiamata per classe di nascita, ora tocca ai nati nel 1936, con accesso diretto. Se funziona poi lo applicheremo anche alle altre Ulss. Quindi nei centri vaccinali di Treviso si vaccineranno i nati nel 1936. Questo perché se capita un black-out ai sistemi informatici abbiamo già il modello operativo alternativo. Inoltre questo ci permette di differenziare il modello del servizio. Ecco come funziona: abbiamo ripartito i vaccinati per mese di nascita: quindi i nati in gennaio si presentano al centro vaccinale alle 8, quelli di febbraio alle 9 e via di seguito».

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«Per ora facciamo 21.000 dosi di vaccino, ma incrementeremo le somministrazioni giornaliere. Continuo a vedere le "simpaticissime"  statistiche delle vaccinazioni (il Veneto è quasi sempre fra le ultime posizioni), ma vorrei precisare che i numeri andrebbero dati in relazione alla popolazione complessiva. Volevo inoltre informarvi che stiamo mettendo a punto il portale nuovo e mi sembra sia funzionale. Inoltre è già stato chiuso l'accordo ed entreranno in funzione per fare vaccini anche gli specializzandi».

«Abbiamo la conferma che i vaccini servono e sono indispensabili, lo dimostra il fatto che sono spariti i focolai nelle case di riposo e anche all'interno degli ospedali. Quindi oggi mi sento di ringraziare, non solo tutti coloro che curano i malati, ma anche tutti coloro che stanno vaccinando».

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"LISTA D'ATTESA"

«Mi dicono dai centri vaccinali che alla sera si presentano persone nel tentativo di ottenere la somministrazione del vaccino - esorta Zaia - Non presentatevi alla sera nei centri vaccinali, perché il nostro modello non funziona così. Abbiamo invece fatto delle "liste d'attese" che sono una trentina di nominativi di pazienti che noi andremo a vaccinare e che nel caso sia necessario chiamiamo all'ultimo minuto».

IL CASO BELLUNO

Sul caso degli operatori sanitari sospesi a Belluno perché non si sono voluti sottoporre al vaccino Zaia fa un esempio: «Se uno non vuole toccare le armi non può fare la guardia, questo dice tutto anche su chi lavora nella sanità e non vuole fare i vaccini. I focolai nelle case di riposo della prima ondata di contagi che colpivano gli anziani che non uscivano mai, partivano da qualcuno che portava il virus da fuori. Quindi i vaccini sono indispensabili anche per chi lavora».

SCUOLE

«Se venerdì passiamo in fascia arancione, cosa che potrebbe accadere, riapriranno le scuole penso ad asili, primarie e medie. E con le consuete norme anche le superiori. Questo significa che gli studenti tornano in classe, poi si fermano per i giorni in zona rossa del periodo pasquale, e finita la Pasqua riprenderanno le attività in presenza. Ma ricordo che la riapertura delle scuole non dipende da noi, ma lo stabilisce la norma nazionale. Rimane inoltre  sempre la regola dei 250 positivi per 100mila abitanti». 

CURE MONOCLONALI

Il presidente del Veneto conferma che sono già arrivate in tutte le aziende sanitarie del Veneto le dosi per le cure monoclonali destinate ai pazienti malati di Covid.

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 20:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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