Pedemontana, ecco perchè è conveniente: non farla sarebbe "costato" 5 miliardi

Mercoledì 13 Marzo 2024 di Alda Vanzan
Pedemontana, ecco perchè è conveniente: non farla sarebbe "costato" 5 miliardi

VERONA - Cosa sarebbe successo in Veneto se non fosse stata realizzata la Superstrada Pedemontana? Ossia: quali sarebbero stati i “costi del non fare”? C’è chi li ha calcolati: se il collegamento tra Treviso e Vicenza non fosse stato costruito, se i 94 chilometri e mezzo di asfalto, senza contare gli altri 68 di viabilità nei 36 Comuni attraversati da questa arteria, non fossero stati completati, ci sarebbe stata una perdita per “mancati benefici” pari a 200 milioni di euro all’anno per i prossimi 25 anni. E cioè, in tutto, 5,1 miliardi di euro.
È quanto emerge dallo studio di Unioncamere Veneto presentato ieri a LetExpo, la fiera della logistica e dei trasporti in corso a Verona, durante un dibattito moderato dal direttore de Il Gazzettino, Roberto Papetti, cui hanno partecipato anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente della Regione, Luca Zaia.
Finiti i lavori della Pedemontana ed entrato in esercizio ancora alla fine del 2023 l’intero tratto da Spresiano a Montecchio, si attende ora l’innesto con l’A4, confermato per la fine di aprile o al massimo ai primi di maggio, per far aumentare i volumi di traffico, oggi attestati, come ha riferito Zaia, sui 50mila veicoli a giorno. Pedaggi, tra l’altro, che entreranno nelle casse della Regione che a sua volta pagherà un canone per 39 anni al concessionario Sis. 
«Tra le nuove opere è quella che ha il pedaggio più basso, non la si può confrontare con l’A4 che è di 70 anni fa e si è già ammortizzata», ha detto il presidente della Regione. Il ministro Salvini ha rilanciato: «La Pedemontana non è solo utile, tra pochi anni dovrà essere implementata. Penso alla Milano-Laghi, 5 corsie e già oggi sono poche». Nessuna anticipazione, però, sullo sbocco a Nord, in Trentino: «C’è un dibattito aperto - ha detto il ministro -, ma io, da autonomista, aspetto che decidano i territori». 
«La Pedemontana è una delle opere primarie per le prossime Olimpiadi, seconda solo al Passante», ha detto Nicola Baldi della Camera di commercio di Verona.
Netto il presidente di Unioncamere, Mario Pozza: «Un investimento di valore, un’opera che il Veneto aspettava da decenni e che rappresenta un segnale di vitalità e di razionalità».

E ha ricordato che «la competitività delle aziende sta anche fuori dei cancelli, qui prima di questa superstrada la circolazione era una via crucis».


L’INDAGINE
Ma veniamo all’analisi sull'impatto socioeconomico ed ambientale di questa nuova arteria, uno studio coordinato da Unioncamere del Veneto con la partecipazione delle Camere di Commercio del Veneto e il supporto tecnico-scientifico di Uniontrasporti nell’ambito del Programma Infrastrutture approvato dal Fondo di Perequazione 2021-2022. Dall’analisi, illustrata dal direttore di Uniontrasporti, Antonello Fontanili, la Pedemontana risulta un’opera che crea valore, con un impatto positivo per tempi di percorrenza, sicurezza, senso di benessere legato a una riduzione dello stress da guida nel traffico, riduzione di incidenti e dei costi ad essi collegati. Considerando il valore economico e quello monetario equivalente dei benefici sociali e ambientali del progetto, per ogni milione di euro investito si ottiene un ritorno economico, sociale ed ambientale corrispondente pari a 1,4 milioni di euro. A questa cifra si arriva valutando 25 anni di esercizio, 5,8 miliardi di benefici attualizzati da cui bisogna detrarre 4,2 miliardi di costi totali (i 2,2 di realizzazione dell’opera e altri 2 di manutenzioni).
Come è emerso dal confronto sulle esigenze e aspettative del territorio e del sistema economico (tra gli intervenuti il sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto Mario Conte, il presidente di Confartigianato Gianluca Cavion, la vicepresidente di Confindustria Veneto Est Paola Carron), per il 78% delle imprese la Pedemontana ha un ruolo sempre più importante per il proprio business, in termini di riduzione e ottimizzazione dei tempi di percorrenza, soprattutto per i mezzi pesanti.
Resta il nodo del costo del pedaggio per gli utenti privati e commerciali - «più alto della effettiva disponibilità a pagare» - ma, è stato detto, «un piano tariffario premiante e un pedaggio calmierato in base all’utilizzo potrebbero essere incentivi utili ad un uso più regolare dell’opera».
 

Ultimo aggiornamento: 18:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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