Pedemontana, il Veneto batte cassa: avviato il contenzioso per il recupero di 20 milioni

Non solo, saranno anche quantificati i ritardi nel completamento dell'infrastruttura

Sabato 17 Giugno 2023 di Angela Pederiva
La Pedemontana Veneta

Ora la Regione batte cassa alla società Superstrada Pedemontana Veneta. Su un doppio fronte: da un lato è stato avviato il contenzioso con il concessionario e con l’Agenzia delle Entrate per il recupero di oltre 20 milioni di Iva non dovuta; dall’altro saranno quantificate le penali per le lungaggini nel completamento dell’infrastruttura. La duplice iniziativa trapela dalla nuova indagine-referto della Corte dei Conti sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori.

L'imposta

Per quanto riguarda l’Imposta sul valore aggiunto, si tratta dell’importo di 20.147.000 euro, indebitamente liquidato sulla quota di contributo finanziata per la realizzazione dell’opera. I magistrati contabili avevano già sollecitato Palazzo Balbi a farsi restituire i soldi da Spv, la quale aveva però formulato «vari motivi ostativi, tra i quali l’esposizione finanziaria cui la società dovrebbe fare fronte». Per questo la giunta Zaia ha affidato l’incarico per l’instaurazione di un giudizio nei confronti della Spa: «Al momento – riferisce la Sezione regionale di controllo – la causa non è ancora stata iniziata». Inoltre è stato depositato davanti alla Corte di Giustizia tributaria di primo grado di Venezia il ricorso contro l’Agenzia delle Entrate, visto che ha rigettato la richiesta di rimborso «per difetto di legittimazione da parte della Regione del Veneto, in quanto soggetto acquirente/cessionario cui l’Iva è stata addebitata in rivalsa». Ovviamente se il concessionario dovesse decidersi a rendere i soldi, verrebbe meno l’istanza di indennizzo al Fisco.

I lavori e le criticità

Quanto alle penali, «risulta evidente che l’andamento dei lavori continua a subire ritardi», rimarca la Corte dei Conti: «A fronte del termine ultimo di conclusione dei lavori contrattualmente previsto (11 settembre 2020)», la scadenza successivamente fissata «a fine 2022» non è stata rispettata, tanto che la Regione ha trasmesso alla magistratura contabile una «previsione di messa in esercizio non prima della “prossima estate”». Chiosano i giudici: «Nessun profilo di criticità rilevato in proposito nel precedente referto risulta definitivamente superato, seppur siano in corso misure volte, quanto meno in parte, alla risoluzione delle stesse o a mitigarne gli effetti». Per questo viene raccomandato a Palazzo Balbi di «proseguire nell’attività di monitoraggio dei tempi di completamento delle opere e di agire ai sensi del Tac», cioè del Terzo atto convenzionale, che ha previsto una sanzione pecuniaria di 25.000 euro per ogni mese di ritardo nell’ultimazione dei lavori, «tenuto conto che tali ritardi sono ormai quantificabili in un range temporale che varia dai 3 ai 6 anni circa, a seconda dei singoli lotti». A questo proposito viene ricordato che «l’innesto della Pedemontana con la A27 è stato completato ad aprile 2023, in ritardo, dunque, di un anno rispetto al termine di aprile 2022 precedentemente comunicato dalla Regione». Invece l’aggancio con l’A4 a Montecchio Maggiore compete alla società Brescia-Padova, che ha stimato la chiusura del cantiere «per novembre 2023 (con un possibile anticipo a luglio 2023); in ogni caso, dunque, oltre il termine di marzo 2023 precedentemente comunicato», il che «è causa di una riduzione di entrate da pedaggio valutata nel 13%». 

Il trasformatore

Ad ogni modo l’istituzione ha precisato che il calcolo definitivo sarà effettuato alla fine dei lavori, «quando verranno affrontati congiuntamente anche gli effetti negativi della pandemia, lamentati già dal concessionario», nonché le difficoltà «nel reperimento di maestranze qualificate, ma soprattutto di materie prime e componenti», come emerso in occasione dell’apertura della tratta Montebelluna-Spresiano: «Nonostante i lavori fossero completamente ultimati circa due mesi prima della data di messa in esercizio, non si è potuto procedere se non dopo l’allacciamento Enel di tutti gli impianti, ritardato di molto per mancata consegna di un semplice trasformatore, seppure ordinato con congruo anticipo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci