Sassi dal cavalcavia della Pedemontana: «A un mese da quell'attentato, neanche una parola di scuse»

Martedì 28 Marzo 2023
PEDEMONTANA VENETA L'auto centrata da un sasso attorno alla metà di febbraio a Montebelluna

MONTEBELLUNA -  «È passato più di un mese dall’“attentato”, ma nessuno ci ha chiesto scusa: né i ragazzi né i loro genitori. Mi sarei aspettato almeno che le famiglie ci contattassero per sapere come stiamo». A parlare è Alessandro Francardi, toscano, al volante dell’auto colpita da un sasso lanciato da un cavalcavia della Pedemontana, il 17 febbraio scorso. L’uomo era in viaggio con la moglie e il figlio 13enne quando la vettura è stata centrata da una pietra , tra il cofano e il parabrezza. Martedì scorso è successo di nuovo, a Castelfranco. Un gruppo di ragazzi ha scagliato un sasso contro la Dacia di un 50enne. Erano le 22.30 e l’uomo stava percorrendo via Forche, una strada vicina alla stazione ferroviaria, dove sabato pomeriggio tre ragazzi di origini marocchine (di 16, 17 e 20 anni) sono stati sorpresi a lanciare sassi contro i treni in corsa. Giocavano a un pericoloso tiro al bersaglio, sfociato in una denuncia per getto pericoloso di cose.

Il sospetto è che ci sia il loro zampino anche nell’episodio di martedì. Del resto, rispetto agli altri fatti contestati, i tempi e le modalità di azione combaciano. Saranno gli ulteriori accertamenti a fare chiarezza.

IL BILANCIO

In attesa degli sviluppi investigativi, restano un dato preoccupante: tre episodi in poco più di un mese. E sei ragazzini denunciati: la gang della stazione e i tre amici della Pedemontana, autori di quel primo lancio che ha fatto ripiombare il Veneto nell’incubo delle pietre dal cavalcavia. Sembra fare proseliti la moda - perchè sembra ormai diventata una moda malsana - di tirare i sassi per colpire le auto o i treni di passaggio. E i teppisti che si cimentano in questo stupido e pericoloso passatempo sono giovani. Quelli della Pedemontana erano stati rintracciati grazie ad alcune immagini scattate dai testimoni, quelli della stazione invece sono stati sorpresi in flagrante dai carabinieri durante un pattugliamento. I tre giovanissimi erano accanto ai binari, oltre la recinzione: si davano il turno e lanciavano grossi sassi contro i convogli in transito. I carabinieri hanno deciso di sorprenderli alle spalle. E sono stati fortunati. Il terzetto aveva la musica a palla. Secondo i primi riscontri sembra che quella non fosse la loro prima volta. E che avessero provato quel malsano divertimento diverse altre volte. A testimoniarlo i residenti dei condomini che affacciano lungo la ferroviaria. «Li avevamo già visti aggirarsi pericolosamente a ridosso dei binari» hanno ribadito ai carabinieri alcuni vicini.

L’INDIGNAZIONE

«Sono sconvolto - dice Francardi -. Sapere che si continua a fare questo gioco stupido e pericolosissimo mi fa davvero arrabbiare». Lui, la moglie e il figlio non hanno ancora superato del tutto il trauma: «Ci è andata bene ma adesso ogni volta che passiamo sotto un cavalcavia la paura si ripresenta - confessa -. Oltre a quella ci sono i danni materiali alla macchina e quelli morali legati al disagio di aver perso una giornata di scuola e di lavoro e alle complicazioni logistiche. Ci rivarremo nelle sedi legali». Nel frattempo rimane l’amarezza di non aver ricevuto una sola parola di scuse.

Ultimo aggiornamento: 07:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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