Covid. «In Veneto i vaccini sono quasi finiti». Il dottor Luciano Flor: «Se non arrivano da mercoledì neanche una fiala per i richiami»

Lunedì 22 Marzo 2021 di Alda Vanzan
Covid. «In Veneto i vaccini sono quasi finiti». Il dottor Luciano Flor: «Se non arrivano da mercoledì neanche una fiala per i richiami»
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Sembra tentennare: «Vuole sapere se sono sconfortato? Amareggiato? Deluso? Io trovo tutto questo scandaloso. È scandaloso che categorie privilegiate rinuncino al vaccino quando c'è gente, di tutte le età, ma soprattutto vecchi, che aspettano e agognano l'iniezione».
Ore 13 di domenica 21 marzo 2021, primo giorno di una primavera che sul fronte della lotta al coronavirus sembra ancora inverno pesto. A Luciano Flor, direttore generale della Sanità del Veneto, viene chiesto se è vero che sabato a Rovigo il 55% degli insegnanti chiamati alla campagna vaccinale ha rifiutato la puntura perché il farmaco di AstraZeneca fa ancora paura.

Ed è così che Flor, confermando, sbotta: «È scandaloso». Anche perché la storia si ripete. Alcuni giorni prima un docente su tre aveva rifiutato il vaccino a Treviso. E tutte le Ulss del Veneto registrano quotidiane defezioni.

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Dottor Flor, secondo una elaborazione Gimbe sui dati del ministero della Salute, il Veneto risulta sotto la media nazionale sia per quanto riguarda le vaccinazioni a tutta la popolazione che per quelle agli anziani. Ma il Veneto non era una eccellenza?
«Si vaccina se si hanno i vaccini. Noi non li abbiamo. A dicembre si parlava di milioni di dosi in arrivo, poi non sono arrivati e a gennaio per ben due volte siamo stati tirati. A febbraio ci siamo ritarati e abbiamo attinto alle scorte. A marzo, visti i blocchi delle consegne, abbiamo deciso di tenere le dosi disponibili per i richiami o poco altro».


Il Veneto sta aspettando 30mila dosi di Moderna e, entro martedì, oltre 80mila di Pfizer. Arriveranno?
«Devono arrivare. Speriamo arrivino. Se non arrivano, noi da mercoledì non abbiamo più neanche una siringa per i richiami. E dovremmo fare le seconde dosi a 7-8mila persone».


Però avete AstraZeneca in magazzino. Quante dosi?
«Prima dello stop facevamo 5-6mila somministrazioni di AstraZeneca al giorno, ora abbiamo circa 23mila dosi sequestrate e 90-95mila di scorta. Finito lo stop, questa settimana contiamo di azzerare le dosi messe da parte».


Quali sono le priorità?
«Dare AstraZeneca ai medici di medicina generale. Usare Pfizer e Moderna per completare le seconde dosi e fare la prima inoculazione ai vecchi, ovunque essi siano. Abbiamo addirittura pensato di dare le siringhe già riempite - dopo avere scongelato e scomposto le dosi - ai medici di medicina generale disponibili ad andare a vaccinare i propri anziani a domicilio».


A chi darete le dosi rifiutate dagli insegnanti? A Rovigo il 55% ha detto no.
«C'è una delibera di giunta che coinvolge le aziende perché vaccinino i loro dipendenti».


Intanto il Veneto è in fondo alla classifica, altre Regioni hanno fatto meglio.
«Noi, in base alle forniture di vaccini effettivamente ricevute, abbiamo seguito le indicazioni dei piani nazionali: personale sanitario e ospiti e operatori delle Rsa. Dopodiché qualcuno potrebbe obiettare: gli impiegati amministrativi delle strutture sanitarie che magari lavorano in smart working perché dovrebbero essere più a rischio delle commesse dei supermercati o della popolazione in genere? Già, perché?».

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Però voi li avete vaccinati lo stesso.
«Le linee guida nazionali erano queste: tutto il personale, senza distinguo. Adesso ben venga la ridefinizione su base anagrafica, secondo me non possono essercene altre. Solo per fasce di età, non per categorie».


Agli over 80 somministrerete solo Pfizer e Moderna o anche AstraZeneca?
«Lo sa che in Francia stanno valutando di dare solo AstraZeneca? Noi seguiamo le indicazioni: Moderna e Pfizer, oltre che per i richiami, agli anziani vulnerabili. Ai sani anche AstraZeneca».

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Il Veneto è sotto tiro per la comunicazione assente o quantomeno confusionaria: manderete la lettera agli over 80 o no? Le Ulss stanno facendo quello che vogliono.
«Gli anziani over 80 saranno tutti chiamati, non si preoccupino, riceveranno una lettera e avranno tutti almeno la prima dose entro la prima settimana di aprile. Dopodiché, dai 79 anni in giù, stiamo valutando il sistema adottato delle Ulss di Venezia e Padova con la prenotazione telefonica o on-line che tra l'altro consente la trasmissione automatica dei dati al ministero».


Ma la critica è fondata: se un cittadino ha bisogno di informazioni non sa a che santo votarsi. Nessuno risponde alle mail, i numeri verdi delle Ulss sono muti e quindi inutili.
«Stiamo pensando a un grosso centro regionale per tutti i veneti in grado di dare risposte certe a tutti. I numeri verdi che non sanno cosa dire ai pazienti non servono. Dovremo anche inserire l'anagrafe delle sedi vaccinali».


Voi dite che dipende tutte dalle forniture. Ma se le forniture arrivassero, il Veneto sarebbe pronto a vaccinare?
«Siamo col freno a mano tirato. Abbiamo 7-800 medici specializzandi ancora da chiamare. Ai medici di medicina generale, tranne pochi casi, non abbiamo ancora dato un vaccino. Gli ospedali non li abbiamo ancora utilizzati e posso preannunciare che ci saranno iniziative importanti. Ci diano i vaccini e noi vacciniamo, abbiamo una macchina da guerra pronta».

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Ultimo aggiornamento: 12:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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