PORTOGRUARO (VENEZIA) - Rischia di rimanere una morte senza un colpevole quella di Bilal Kurtesi, il bambino di un anno e mezzo investito e ucciso da un'auto di famiglia mentre giocava in strada davanti a casa sua, in via Loredan 76 a Mazzolada di Portogruaro, il pomeriggio dell'11 settembre.
IRRINTRACCIABILE
A quasi due settimane dall'incidente che ha ucciso Bilal, resta ancora misteriosa l'identità di chi era alla guida della Fiat Punto grigia, ora sotto sequestro, e sulla quale si stanno portando avanti accertamenti dinamici per individuare il punto di impatto e gli approfondimenti sulle impronte digitali.
Le ricerche nei vari campi rom della zona e in quelli in qualche modo collegati alla famiglia Kurtesi - etnia rom di origine serba, ma da anni residenti a Portogruaro - non hanno però portato i carabinieri a un'identificazione.
Resta solo il racconto di una vicina che quel pomeriggio avrebbe sentito la madre del bambino urlare contro un giovane mai visto in zona. Lo stesso che poi era uscito in strada una volta che la notizia della morte di Bilal era arrivata dall'ospedale. Ma oltre alle parole dell'unica testimone estranea alla famiglia, non c'è altro.
Anche per questo il fascicolo aperto per omicidio colposo resta senza indagati.
Due le certezze: alla guida non c'era né il padre (a lavoro a Caorle) né la madre (incinta e in casa in quel momento), e poi il fatto che il bambino sia morto per un investimento durante una manovra, nonostante la famiglia per giorni abbia raccontato che il piccolo di 18 mesi fosse caduto dal cofano dell'auto, dov'era stato messo per gioco. L'autopsia effettuata dal medico legale Antonello Cirnelli ha certificato che Bilal aveva la testa schiacciata e aperta: le ferite più gravi all'altezza della nuca e alla base del cranio. Oltre a lesioni polmonari e al fegato e alcune costole destre rotte.
VICINO AL FRATELLINO
Martedì la famiglia aveva dato l'ultimo saluto a Bilal, secondo il rito musulmano, prima all'obitorio di Portogruaro e poi la sepoltura nella parte riservata ai fedeli dell'Islam nel cimitero di Sindacale di Concordia Sagittaria. Lì dov'è anche sepolto il fratellino Ahmet, morto a 7 mesi in culla senza un perché nel novembre 2016. È stata la scelta dei genitori Senat e Safeta, incinta di quattro mesi, vederli uno accanto all'altro.
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