Luca Zaia in diretta oggi, «Contagi, preoccupano Padova, Treviso e Verona». Scuole chiuse nel Padovano (2 distretti), Asolo e Veneto Orientale

Lunedì 8 Marzo 2021 di Beatrice Mani
Luca Zaia in diretta
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Luca Zaia in diretta oggi, lunedì 8 marzo 2021, per le ultime notizie sulla pandemia da Coronavirus in Veneto. Se a Roma si continua a parlare di misure sempre più stringenti e l'ipotesi di un lockdown nazionale di 2-3 settimane non sembra essere poi così lontanto, nel frattempo le regioni italiane cambiano colore: ed ecco che da oggi il Veneto passa ufficialmente da giallo ad arancione, così per il Friuli Venezia Giulia (il contagio record in Fvg - LEGGI).

E il cambio di fascia alimenta sempre di più la riflessione sul nodo scuole: il governatore Zaia con il superteam Covid della Regione ha osservato la situazione e individuato alcuni distretti nei quali l'incidenza dei casi sulla popolazione ha già superato i 250 su 100mila abitanti. E quindi, verosimilmente da giovedì, le scuole dalla seconda media (compresa) in avanti andranno in didattica a distanza al 100% nei distretti dell'Alta Padovana, Terme-Colli, Asolo e Veneto Orientale.

Oltre all'Alta padovana nel pomeriggio si è aggiunto il distretto termale che comprende  Abano Terme, Cervarese Santa Croce, Mestrino, Montegrotto Terme, Rovolon, Rubano, Saccolongo, Selvazzano Dentro, Teolo, Torreglia, Veggiano. Non il capoluogo Padova.

Guarda il documento degli indici nei vari DISTRETTI 

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Tamponi molecolari oltre 4 milioni quelli fatti ad oggi, 3 milioni 321mila i test rapidi. Incidenza 7,28%, nelle 24 ore 757 nuovi contagi, positivi oggi 29.514, ricoverati 1.004, 157  terapia intensiva, 1.243 area non critica, +12 decessi nelle ultime 24 ore.

Covid in Veneto

«Abbiamo avuto una lunga conferenza con i direttori delle Ulss stamani, la situazione è di preoccupazione - ha riferito Zaia -, abbiamo tre province Padova, Treviso, Verona, con una curva di crescita importante, e anche quella regionale è evidente. Oggi abbiamo discusso e deciso un nuovo piano di sanità pubblica, prudenziale, per gestire il virus: ridurremo alcune attività ospedaliere per concentrarci sul Covid. E' come se avessimo oggi un "bollettino meteo" che ci dà una proiezione per la prossima settimana. Un anno fa a quest'ora eravamo nel pieno dell'epidemia, con 464 terapie intensive occupate, oggi abbiamo 1.016 terapie intensive attivabili, 157 occupate da pazienti Covid, possiamo dire che se non avessimo fatto questo lavoro di preparazione delle terapie intensive non saremmo stati in grado di affrontare l'ondata di dicembre».

Scuole: le chiusure

In Veneto chiuse le scuole, ma non tutte: si tratta di un provvedimento "mirato". «La dottoressa Francesca Russo, capo del dipartimento di prevenzione della Regione Veneto, presenta oggi la circolare per i Sispe perché i diversi dipartimenti possano chiudere una classe, un complesso scolastico eccetera. Sulle scuole c'è da dire che nella dinamica del contagio hanno un ruolo, i ragazzi non sono untori, ma si vede che l'andamento della curva segue apertura o chiusura delle scuole. Il virus circola di più nelle fasce più giovani, e anche nella fascia di età 0-6 anni», ha affermato Zaia.

Nuovo protocollo nelle scuole del Veneto per gestire i casi di contagio: quando si chiude una classe? Quando si chiude l'intera scuola? Quali scuole saranno coinvolte (infanzia, elementari, medie, superiori)? La dottoressa Russo ha spiegato: «Il nuovo Dpcm prevede la sospensione delle scuole a livello regionale quando l'incidenza dei casi è pari a 250 su 100mila. Noi stiamo controllando ogni giorno l'incidenza (degli ultimi 7 giorni) nella popolazione a livello regionale e la valutiamo a livello di provincia, azienda Ulss e distretto (non a livello comunale)».


Quali scuole chiudono in Veneto?


«Abbiamo visto che alcuni distretti hanno incidenza superiore a 250, questo comporta alcune misure, vogliamo agire in modo puntuale. Per questo deve essere seguito dalla Ulss di riferimento, le tre realtà sono l'Alta Padovana (272 su 100mila), il distretto di Asolo (268 su 100mila) e il Veneto Orientale (302 su 100mila). Qui le scuole dalla seconda media (compresa) andranno in didattica a distanza, non da domani mattina, serve poter organizzare, ma daremo il tempo a scuole e famiglie per organizzarsi, 24-48 ore, partiremo all'incirca giovedì», ha affermato la dottoressa Russo. Dunque in questa fase le scuole dell'infanzia e le elementari non verranno toccate dal piano di chiusure.

Chiusure mirate a prescindere dall'incidenza
«Se ci fosse un cluster nella scuola potrà essere chiusa una classe o un istituto indipendentemente dall'incidenza nella zona». Ha spiegato ancora la dottoressa Russo, spiegando che il cluster (2 o più contagi collegati) scoperto nell'istituto non è legato all'incidenza del virus sulla popolazione, quel dato del 250 casi su 100mila abitanti che ha determinato i provvedimenti sopra, nell'Alta Padovana, Asolo e Veneto Orientale. «Per la fascia 0-6 anni non verranno chiuse le scuole, tranne in casi estremi, dove ci sia un'infezione dilagante nell'asilo o nella scuola elementare». Lo ha precisato il presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito delle misure di sanità pubblica per le scuole in regione. «Questo - ha precisato Zaia - non compete a noi, compete alla Prevenzione delle Ulss, che decide in loco, quindi non aspettiamoci una roba fatta col bilancino da farmacista. In questa fase stiamo parlando comunque di superiori e di qualche anno delle medie», ha concluso.

Varianti

«Oggi la fascia 0-20 dei cittadini è la più colpita dal virus, il Covid si è rivolto verso un altro target rispetto agli anziani, si adatta all'ambiente. Le mutazioni sono tante, ma alcune sono più contagiose e si fanno sentire, i pazienti si negativizzano non più in 8 giorni ma in 13», ha ricordato Zaia.

Vaccini

A che punto siamo con la campagna di vaccinazione dei veneti? «AstraZeneca ora si va over 65, la vera sfida sono proprio i vaccini, in questa maniera cambia ancora nuovamente il piano vaccinale del Veneto - ha annunciato il governatore -. Per il secondo trimestre in Italia arriveranno 22 milioni di dosi di AstraZeneca, dal primo di aprile, almeno un milioni arriveranno anche in Veneto. Nel giro di una decina di giorni avremo anche Johnson & Johnson. Vorremmo arrivare a fare 45mila vaccini al giorno, con l'aiuto dei medici di base, abbiamo anche mille specializzandi in Veneto che potrebbero essere autorizzati a somministrare le dosi. Abbiamo chiesto l'apertura tutti i giorni, domeniche comprese, dei centri vaccinali delle Ulss del nostro territorio. Il nostro problema non sono le strutture, ma la mancanza di vaccini, ci servono quelli, poi se arriveranno ci serviranno vaccinatori. Sarebbe meglio vaccinare tutti per l'estate. Sui vaccini spero si ragioni per fasce di età invece che per categorie, anche perché il rischio varia in base all'età, in Veneto la mortalità ha interessato la fascia degli 80enni, ad esempio. Oggi abbiamo 141 ospiti delle case di riposo positivi in Veneto, sono pochissimi, significa che la campagna vaccinale nelle Rsa sta funzionando. La Fase 1 delle vaccinazioni in Veneto deve essere completata entro questa settimana

«Abbiamo accantonato molti vaccini per le seconde dosi prudenzialmente, dopo esserci "scottati" con il mancato arrivo. Abbasseremo pian piano quel magazzino». Lo ha detto ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia. «Avevamo fatto molte prime dosi - ha aggiunto - oggi abbiamo deciso comunque di mantenere l'accantonamento, riducendo per un 10% il magazzino».

Vaccini dai medici di base
L'assessore alla Sanità veneta Manuela Lanzarin spiega:
«Stiamo chiudendo l'accordo con i medici di medicina generale per le vaccinazioni, domani avremo l'incontro di chiusura, sia per la parte logistica (dove fare le vaccinazioni), sia per la parte economica, legata all'accordo nazionale. Si possono impiegare su base volontaria anche gli specializzandi, oggi alle 14.30 incontrerò i rappresentanti di due università per declinare su base regionale l'accordo nazionale. Le farmacie sono disponibili, quando ci sarà un accordo nazionale poi lo declineremo anche questo nel regionale».

Passaporto vaccinale

«Stiamo lavorando anche al passaporto vaccinale, che sta diventando realtà, e noi non facciamo discriminazioni, chi non vuole vaccinarsi non lo farà, ma se a qualche veneto verrà chiesto di dimostrare la vaccinazione dobbiamo essere in grado di rilasciare il documento con l'avvenuta vaccinazione. E chi non è vaccinato deve sapere che deve ringraziare chi invece si è vaccinato», ha affermato il presidente Zaia. La Sardegna pensa di chiedere il passaporto vaccinale ai turisti, e il Veneto? «Noi, prima di chiedere il passaporto vaccinale agli altri dobbiamo essere Covid free. Credo che non ci debba essere una guerra fra poveri, la vera sfida è vaccinare tutti. Meglio dire ai nostri turisti che noi siamo tutti vaccinati, piuttosto di chiedere loro il passaporto vaccinale».

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Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 12:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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