Luca Zaia: «Aumentano i ricoveri. Venerdì Veneto a rischio arancione». Verso chiusure mirate delle scuole

Mercoledì 3 Marzo 2021 di Beatrice Mani
Luca Zaia in diretta oggi
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Luca Zaia in diretta oggi, mercoledì 3 marzo 2021, per le ultime notizie sulla pandemia da Coronavirus in Veneto. Il governatore è stato assente in conferenza stampa ieri per la riunione convocata dal Governo. All'ordine del giorno ci sono: l'andamento del virus nei nostri territori e le misure per contenere l'epidemia: «Siamo ancora in trincea - ha precisato il presidente parlando dei ricoveri di oggi - e il nostro Rt (0,95-97%) ci porta verso l'arancione venerdì prossimo».

Il nuovo Dpcm, che sarà valido fino al 6 aprile, abbraccia il principio della massima prudenza: Pasqua blindata e scuole chiuse nelle zone rosse, ma non solo, non è esclusa l'ipotesi di adottare per i week-end le regole delle zone rosse. E alle Regioni Mario Draghi dà una possibilità: i governatori avranno il «potere discrezionale» di fermare le scuole materne, primarie e medie - anche in fascia gialla e arancione - quando a livello locale l’incidenza dei contagi raggiunge 250 casi ogni 100mila abitanti. Zaia ha dichiarato oggi che avrebbe preferito un fermo prudenziale delle scuole in tutta Italia e ha avviato un monitoraggio dell'incidenza del virus comune per comune in Veneto, in modo da poter «intervenire in modo più chirurgico».

Intanto per il Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha esposto oggi le nuove restrizioni. 

Preoccupano sempre di più le varianti, anche nella nostra regione, dove quella inglese ha preso il sopravvento in Alta Padovana. E ancora occhi puntati sulla campagna vaccinale e la distribuzione delle dosi da parte delle Big Pharma secondo il contratto con l'Europa, aspramente criticato da Zaia in diretta: «Spero che Draghi prenda in mano velocemente e ferocemente la partita dei vaccini, perché se aspettiamo l'Europa diventiamo vecchi nell'attesa».

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Sono 1.272 i positivi nelle ultime 24 ore, incidenza del 2,88%.  336.750 i positivi da inizio pandemia, 25.764 attualmente positivi, 1.349 ricoverati totali,  1194 in area non critica (+22), 155 in terapia intensiva (+10) .  +17 decessi nelle ultime 24 ore. 

Covid in Veneto

I numeri del virus parlano chiaramente: il Covid sta lentamente crescendo, sa sul fronte dei contagi che in quello dei ricoveri in ospedale. «Inutile dire che dobbiamo concentrarci sui ricoveri - ha ammonito Zaia -. Innegabile che ci sia da qualche giorno un aumento, siamo circondati, vedete le notizie delle regioni confinanti e dell'Italia tutta, la preoccupazione è tanta, siamo ancora in trincea: il futuro prossimo ci può riservare solo salite e non discese».

Veneto zona arancione

«I parametri: ci fanno pensare che siamo a rischio passaggio in arancione da venerdì, è un grosso guaio: il nostro Rt è 0,95-0,97. Mascherina, distanziamento e igienizzazione delle mani vale più di un lockdown, torno a ripeterlo, perché siamo preoccupati». «C'è un articolo scientifico che deve essere confermato che dice attenzione alle reinfezioni per chi ha già avuto il Covid, soprattutto con le mutazioni. Vuol dire che anche se un cittadino ha avuto il virus deve girare con la mascherina».

La questione dei genitori no mask. «Siamo un Paese libero dove è vietato dire qualunque cosa, siamo vittime del politically correct.

Abbiamo genitori che diffidano i presidi di fare il tampone in classe ai figli - ha raccontato Zaia - e la mascherina è un altro presidio sanitario, invito i genitori a rivedere le loro posizioni».

Scuola: Zaia voleva il fermo prudenziale

Attenzione massima a quello che succede nelle scuole del Veneto, il governatore ha dichiarato che, se fosse dipeso da lui avrebbe proceduto con un fermo preventivo e precauzionale negli istituti, in tutta Italia. «Ci sono focolai scolastici, mi dispiace dire ancora una volta che avevo ragione. Non sono un bullo che vuole chiudere le scuole, non è un mio divertimento personale -. ha precisato -, le evidenze scientifiche hanno sempre detto questo: è una forma di assembramento particolare con confinamento in un'aula per ore, in più ci sono assembramenti a ricreazione, sui mezzi di trasporto...». Ma niente ideologie, Zaia lo sottolinea ancora: «Chi protesta per la chiusura delle scuole ha ragione da vendere, ma noi davanti alla pandemia dobbiamo essere obiettivi, scevri da condizionamenti ideologici». Dobbiamo capire se si debba procedere con un fermo o prorogare un'agonia sulla questione scuole aperte o chiuse. «E quando una Regione va in zona rossa si boccheggia sul fronte degli ospedali, per questo il nuovo Dpcm ha introdotto la postilla dei 250 contagi ogni 100mila abitanti, ma bisognerebbe valutare anche quanti tamponi vengono eseguiti. Io avrei pensato a un fermo prudenziale delle scuole ma questo toglie discrezionalità, se io oggi volessi chiudere tutte le scuole del Veneto non lo potrei fare: ma quando ci sarà la pressione ospedaliera ci chiederemo come mai i parametri erano così alti per chiudere le scuole».

Incidenza comune per comune

Il presidente Zaia ha avviato il calcolo dell'incidenza del virus comune per comune in Veneto. «Per capire anche che distribuzione ha l'incidenza e capire le zone più a rischio, per esempio la più alta è Padova è 198 su 100mila abitanti. La Regione potrebbe essere quindi più "chirurgica" in questa fase, soprattutto per quanto riguarda le chiusure mirate delle scuole. Noi seguiamo ora dopo ora i dati». Si potranno chiudere plessi comunali, in accordo con i sindaci, qualora le incidenze fossero alte.

Pazienti catapultati in terapia intensiva

«Sappiamo dal dottor Luciano Flor  - ha ricordato il governatore - che i pazienti entrano con maggiore rapidità e vanno in terapia intensiva con più velocità, colpa della variante inglese, che è anche più contagiosa. Detto questo, i veneti devono sapere che avremo turbolenze in volo, ma l'aereo non cade, lo porteremo a destinazione e ne verremo fuori».
 

Vaccini

«A noi non servono strutture, servono i vaccini, ci mandino quelli, ci manca la materia prima», ha ricordato Zaia. Vaccini nelle farmacie? «Noi valutiamo tutto, abbiamo un modello di vaccinazione su invito con lettera, se arrivassero 50mila dosi al giorno procederemo con vaccinazioni di massa, quindi ben venga l'aiuto di tutti. Ma servono i vaccini, il prolema non sono le tende, le Primule, gli stabili, il problema sono le dosi che non ci sono».

Commessi dei supermercati, quando il vaccino? «Se ne era discusso, dovrebbero far parte dei servizi essenziali - ha spiegato l'assessore Manuela Lanzarin -, ora con il nuovo comissario capiremo se avremo altri target e categorie o saremmo liberi di scegliere noi».

I tecnici manutentori degli ospedali? «In Veneto non hanno il vaccino, in Friuli non possono entrare se non vaccinati. Anche in questo caso dobbiamo capire se il piano verrà aggiornato o se le regioni saranno libere di chiamare a loro discrezione».

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Zaia guarda anche ai vaccini Russo e cinese

«Sono convinto che anche i vaccini cinese e lo Sputnik debbano essere valutati - ha puntualizzato Zaia - e se arriva Jhonson & Jhonson avremo meno problemi sulla catena del freddo e avremo un vaccino monodose».

Incontro con il Governo

Il 90% dell'incontro di ieri è stato sulla scuola, ha rivelato il governatore. «I colleghi hanno presentato situazioni sanitarie preoccupanti e inquietanti e la paura è che da una settimana all'altra arrivi "il disastro". E non è che non siano bravi loro, i governatori, è il virus che non è controllabile. Noi speriamo di aver già dato a novembre e dicembre, con un andamento anticiclico, in solitaria, sembrava che il Veneto avesse dimenticato le buone pratiche ma era il virus ad essere cambiato, abbiamo avuto la sfortuna di essere da soli, con il Trentino Alto Adige».

Nuovo Dpcm, piace o non piace a Zaia? «La parte della scuola fissa dei parametri che prima non c'erano ma per andare in deroga a quei parametri occorre attivare una serie di azioni. Comunque quel parametro non è alto, a macchia di leopardo le scuole si stanno chiudendo. Io sulle scuole avrei fatto un fermo prudenziale in tutta Italia», ha ribadito. 

Austria e Danimarca

Austria e Danimarca bypassano l'Ue e  si propongono di lavorare insieme a Israele per fare ricerca e produrre vaccini. «Meno male che non l'ho fatto io, sennò mi arrestavano a sto giro. L'Austria non mi sembra un Paese che conosce l'Europa da qualche giorno, spero che Draghi prenda in mano velocemente e ferocemente la partita dei vaccini, perché se aspettiamo l'Europa diventiamo vecchi nell'attesa».

Autonomia dopo il Covid

«Il ministro Gelmini viene da un territorio che chiede l'autonomia. Prima o poi qualcuno dovrà prendere in mano la partita dell'autonomia, il prossimo Governo o questo, che comunque deve chiudere la partita del Covid, non si possono fare trattative sull'autonomia con la pandemia in corso. L'autonomia è una grande riforma che deve essere affrontata quando il campo è libero», ha precisato Zaia. «La voglia di autonomia è un processo che non fermerà mai più nessuno, è oltre Zaia è endemica, è contagiosa, ed è un segno di civiltà non di egoismo. I veneti hanno fatto una scelta culturale e questa viene da un Referendum ufficiale. E se abbiamo un merito in questi 10 anni è di aver riportato questo orgolgio di essere veneti, il Veneto è in prima fila a livello nazionale, è una regione rispettata. I tentativi di centralizzazione? Sono i colpi di coda di un dinosauro agonizzante».

Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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