TREVISO - A vederlo da fuori è un vero esperimento: coniugare edilizia di qualità a prezzi accessibili per famiglie del ceto medio che magari possono spendere, ma non eccessivamente.
L’ESAME
La Commissione edilizia del Comune ha visionato questa prima parte del progetto chiedendo agli architetti di valutare alcuni cambiamenti: «Non è stata una bocciatura - precisano i Bonariol e Bredariol - la commissione ha chiesto delle valutazioni. Non ha posto delle prescrizioni. Ci ha solo suggerito di valutare l’opportunità di realizzare un piano interrato e di rivedere le dimensioni di alcuni appartamenti. Ne parleremo con la proprietà». L’intenzione però è di non stravolgere quanto già previsto. Il piano interrato per le auto si scontra con la presenza di una falda sotterranea. Realizzarlo vorrebbe dire aumentare i costi di tutta l’operazione e, di conseguenza, anche quelli degli appartamenti. Le dimensioni poi sono un punto di forza del progetto. «L’edificio in questione è formato da cinque piani - continuano i progettisti - i primi due hanno gli appartamenti con metratura più ridotta. Parliamo di mini da 48 metri quadrati ma con ampie terrazze da 25 metri quadrati; poi appartamenti da due camere, bagno e soggiorno. Il terzo, quarto e quindi piano sono invece per gli appartamenti più grandi fino ad arrivare gli attici».
I PREZZI
Sulla carta, è stato fatto di tutto per contenere i prezzi: «Considerando che siamo alle Stiore, in una zona non lontana dal centro, mini appartamenti a 140mila euro o appartamenti medi da circa 200mila euro, sono prezzi che ormai si trovano difficilmente anche nei comuni attorno Treviso, di certo non in città - osservano Bonariol e Bredariol - è da sfatare poi che gli immobili di qualità siano riservati solo ai ricchi». Il primo edificio della lottizzazione Madonnina sarà quindi utile per valutare le reazioni dei possibili acquirenti: «La ampie terrazze - continuano - sono state pensate anche in relazione alle richieste arrivate dopo il Covid, dove le famiglie hanno iniziato a chiedere più spazi aperti. E poi, tornando alle dimensioni degli appartamenti: aumentano sempre di più le famiglie formate solo da una persona, o solo da coppie». Per portare avanti l’esperimento sarà fondamentale superare i dubbi della Commissione edilizia: «Più che altro - concludono i due architetti - è da superare il luogo comune che edifici con appartamenti piccoli, quindi più numerosi, siano sempre sinonimo di disagio sociale. Non è vero. Il nostro progetto predilige la qualità, in ogni sua componente».