Marta Novello, l'ora della verità. Il 15enne: «Voglio parlare» I testimoni: così l'ha colpita

Venerdì 26 Marzo 2021 di Angela Pederiva e Paolo Calia
Marta Novello, l'ora della verità. Il 15enne: «Voglio parlare» I testimoni: così l'ha colpita

MOGLIANO VENETO (TREVISO) Oggi sarà il giorno della verità sul drammatico accoltellamento di Mogliano Veneto. È fissata per le 9.30 di stamattina, al Tribunale per i minorenni di Mestre, l'udienza di convalida dell'arresto a carico del 15enne di Marocco, che lunedì pomeriggio ha sferrato una ventina di fendenti a Marta Novello mentre stava facendo una corsa.

Il sostituto procuratore Giulia Dal Pos gli contesterà il tentato omicidio, sulla base di accertamenti che per il momento conducono all'ipotesi di un proposito di rapina sfociato nel sangue, ma l'avvocato Matteo Scussat si prepara a chiedere una perizia mirata a verificare la capacità di intendere e di volere del ragazzino: «Ad ogni modo il mio assistito risponderà alle domande dei magistrati, c'è la volontà di collaborare», assicura.

Ragazza aggredita a Mogliano, Marta si ricorda il momento esatto in cui è stata accoltellata Foto


La pista

C'è grande attesa, anche da parte degli inquirenti, per la versione dell'indagato. Le sue dichiarazioni avverranno in presenza, dato che è previsto il suo trasferimento dal centro di prima accoglienza del carcere di Treviso. La pista privilegiata dagli inquirenti è quella di un movente patrimoniale: «Gli servivano dei soldi. Dai primi accertamenti è emerso che lui cercasse del denaro e più elementi ce lo dicono». I carabinieri hanno convocato in caserma diverse persone vicine allo studente: i suoi familiari, ma anche alcuni tra i suoi migliori amici, chiamati a fare luce su quali potessero essere le esigenze finanziarie tali da indurlo a uscire di casa con un coltello da cucina, in pieno giorno, per recarsi in una strada frequentata da podisti e ciclisti, aggredire una ragazza che abita nel suo stesso quartiere, pretendere dei soldi malgrado fosse priva di una borsa e colpirla con due decine di coltellate al punto da mandarla in Terapia intensiva.

Il risveglio di Marta: subito breve colloquio con mamma e papà

La testimonianza

Cruciale potrebbe essere la testimonianza dei due operai veneziani, che hanno prestato i soccorsi e lanciato l'allarme, vedendo una bicicletta di traverso alla strada. «Tranquilli, adesso chiamiamo l'ambulanza, non vi muovete», hanno detto i due uomini alla 26enne e al 15enne, come hanno poi dichiarato nel verbale dei carabinieri, quando nei primi istanti di intervento credevano di trovarsi di fronte a un sinistro stradale, perché li vedevano insanguinati e agitati nel fossato. Inquietante è però la successiva immagine fissata nella memoria dei due soccorritori, successivamente consegnata al tabaccaio Leonardo Gazzetta, quando sono andati a comprare un pacchetto di sigarette: «Pensavamo a un incidente, invece quel ragazzo dentro il fosso si accaniva sulla povera ragazza». Riflessione del commerciante: «Probabilmente con il loro arrivo le hanno salvato la vita».

Chi è l'aggressore

In ospedale

Marta infatti è sopravvissuta, anche se ora dovrà fare gradualmente i conti con la consapevolezza della violenza subita e con gli effetti delle gravi lesioni riportate. Al momento ha parlato solo con la madre, la prima a vederla dopo il duplice intervento all'addome e alla mano. «Che ora è?», ha chiesto appena riaperto gli occhi davanti ai medici che le tenevano sotto controllo i parametri vitali. Prima di poter vedere la madre ha chiesto notizie sulla sua famiglia: «Dove sono i miei genitori? Come stanno? Sanno che sono qui?». La ragazza è stata tranquillizzata e rassicurata. Poi il breve incontro con la mamma. E, un po' alla volta, ha anche cominciato a prendere consapevolezza dell'entità delle ferite riportate. «La abbiamo creato attorno una bolla protettiva - spiegano dal Ca' Foncello - a medici e infermieri che la seguono è stato severamente vietato di farle domande su quanto le è accaduto, sull'aggressione. Non deve essere turbata. Di queste cose parlerà quando sarà pronta con gli inquirenti». Marta è lucida, per quanto possa esserlo una persona uscita da un trauma del genere, dalla sedazione e da due interventi. Reagisce con chi le parla, ma nessuno ha ancora sondato i suoi ricordi. Nemmeno i chirurghi che l'hanno operata e seguita per tutto il decorso hanno voluto toccare l'argomento. C'è ottimismo, ma resta comunque sotto osservazione. «Adesso, un po' alla volta, intraprenderà un percorso riabilitativo - spiega il direttore generale dell'Usl Francesco Benazzi - la daremo tutto il supporto necessario». Il sindaco di Mogliano Davide Bortolato mantiene un filo diretto con la famiglia della ragazza: «Ho sentito il papà - dice - era contentissimo per come la figlia sta rispondendo alle cure, soffre solo il fatto di non poter stare tutto il tempo in ospedale per via delle misure anti-Covid. Resta un momento molto complicato per loro. Gli ho portato la vicinanza dell'amministrazione comunale e anche del prefetto di Treviso, che mi ha contattato per avere notizie».
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Ultimo aggiornamento: 11:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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