SPRESIANO - È morto sul colpo, travolto dalla sponda del camion che stava pulendo. Tragedia ieri mattina a Spresiano (Treviso) nello stabilimento della Canzian Inerti srl, cava a ridosso del Piave, in strada delle Fornaci. La vittima è Andrea Toffoli, 48enne di Arcade, autista alle dipendenze della Canzian Logistica, ramo dell'attività estrattiva.
LE INDAGINI
Perché il portellone del camion si è chiuso improvvisamente? È la domanda a cui stanno di rispondere gli inquirenti. Sarà da capire se abbiano ceduto i perni che lo sorreggevano oppure se sia stato aperto male, per una svista del dipendente. Attraverso rilievi e accertamenti, lo Spisal sta ricostruendo nel dettaglio la dinamica per attribuire eventuali responsabilità. I tecnici stanno chiarendo se siano stati rispettati i protocolli di sicurezza. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, come da prassi e con tutta probabilità nei prossimi giorni verranno indagati i titolari. Il pm di turno quasi certamente disporrà un'autopsia sul corpo della vittima per stabilire le cause e l'ora esatta della morte. Di sabato la cava è chiusa e non ci sono consegne. Toffoli era lì per pulire e sistemare il camion. «Abbiamo dei sabati di manutenzione programmata. Quando si fa manutenzione si va a Spresiano, dove abbiamo l'officina - spiega il collega che ha trovato il corpo -. Per il resto gli altri sabati si viene qua a controllare e pulire principalmente la cabina». Anche su quella che lui dipinge come una prassi sono in corso verifiche, per capire se era regolare che il 48enne fosse lì di sabato mattina, da solo, per pulire il camion. Andrea Toffoli, sposato e padre di due ragazze di 14 e 17 anni, era un autotrasportatore di lungo corso: aveva iniziato la sua carriera proprio alla Canzian di Spresiano e lì tornato da qualche anno, dopo aver lavorato anche per il Gruppo Grigolin e per l'ex mulino di Arcade. «Era un esperto - dice Yaya, un collega africano -. Mi ha insegnato lui come fare questo mestiere quando sono arrivato. Mi dispiace tanto. Ho perso un amico».
DOLORE E CORDOGLIO
La cava, ieri mattina, si è trasformata nella meta di un mesto pellegrinaggio: familiari, colleghi, titolari ma anche attivisti che si battono per mettere fine allo stillicidio di vite spezzate sul lavoro. La moglie Loretta Bettiol è accorsa subito sul posto, insieme al fratello. Le figlie Giada e Greta, invece, hanno appreso la terribile notizia quando sono tornate a casa da scuola. La famiglia vive ad Arcade, a otto chilometri dal luogo del mortale. La casa accanto è quella della suocera e del cognato di Andrea. «Davvero non riusciamo a capire come possa essere successo: forse una svista. Stamattina era andato al lavoro, come sempre - si dispera l'anziana -. Era tanto dedito al suo mestiere, fin troppo».
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