Case popolari: tra gli indagati anche la moglie di Ronnie Levacovic, finito sotto inchiesta per un tragico incidente sul Terraglio

Venerdì 10 Giugno 2022 di Paolo Calia
Ronnie Levacovic indagato per l'incidente sul terraglio, la moglie ora finisce nel mirino delle case popolari

TREVISO - Perquisita anche l'abitazione in via Bindoni di Ronnie Levacovic, il 25enne che lo scorso marzo ha provocato l'incidente lungo il Terraglio a Preganziol in cui sono morte due donne: Miriam Cappelletto, 51 anni, e Mara Visentin, 63. Un episodio che fece molto scalpore suscitando indignazione e rabbia in tutta la provincia. Si trattò infatti di un incidente tremendo provocato dall'altissima velocità a cui Ronnie aveva spinto la sua Bmw M2 nel cuore della notte. E nell'elenco degli indagati c'è finita la compagna, Pamela Fusco, intestataria dell'appartamento. Martedì mattina i carabinieri si sono presentati anche davanti alla sua casa, così come hanno fatto in un'altra ventina di alloggi popolari, sequestrando materiale di vario tipo. Anche altri due componenti della famiglia Levacovic sono finiti nel mirino della Procura: Dante e Nico. Tutti e tre sono difesi dall'avvocato Francesco Murgia, che solleva non poche perplessità: «Io, nei capi d'imputazione che ho esaminato, trovo due fatti singolari - sottolinea - si fa riferimento sempre a promesse di pagamento e, secondo aspetto, si parla a comportamenti che risalgono nel tempo. Non trovo nessun atteggiamento corruttivo diretto.

Pamela è comunque tranquilla. Lei e la sua famiglia hanno tutti i requisiti per ottenere quell'alloggio».

Nell'elenco degli indagati dell'inchiesta sulle case popolari anche la moglie di Ronnie

Tra gli indagati, quasi tutti rom, ci sono anche cinque nomi difesi dall'avvocato Fabio Crea. Si tratta di Silvana Hudorovich, considerata la guida della famiglia e vero punto di riferimento per Borgo Capriolo. Per lei l'accusa è di essere una mediatrice, ovvero una delle figure ritenute centrali nell'inchiesta in quanto presunto collegamento tra le richieste di chi era in cerca di casa e il Comune. Nei capi d'imputazione si parla proprio di promesse di denaro che il dirigente avrebbe ricevuto dalla rom in cambio delle assegnazioni: «Sono sorpresa - dice la Hudorovich attraverso il suo legale Crea - conosco Pivato da tanti anni ma non gli ho mai dato del denaro». Altro nome nel mirino è Simone Garbin, anche lui accusato di essere un intermediario. Il suo caso però è particolare: avrebbe infatti aiutato una donna a cambiare casa e zona per porre fine alle continue liti con un vicino, situazione questa molto frequente nei condomini popolari. La donna avrebbe prima chiesto un aiuto in Comune, senza ottenere risposte in tempi brevi. Avrebbe poi parlato del suo caso alla sorella di Garbin, che le avrebbe garantito l'interessamento del fratello Simone. E dopo qualche tempo il suo problema sarebbe stato risolto. Da qui l'accusa. «Non c'è stato movimento di denaro - precisa Crea - adesso vogliamo capire cosa viene esattamente contestato». Tra gli indagati c'è Sara Rafia, che però ha una posizione diversa gli altri: sarebbe una beneficiaria dell'alloggio. Insomma: secondo l'ipotesi di reato avrebbe brigato per ottenere l'appartamento scavalcando le graduatorie. Crea difende anche Marica Virko, un'altra mediatrice. Anche per lei stesso discorso: avrebbe fatto da ponte tra chi non riusciva a entrare nelle graduatorie e l'Ufficio Casa. Nei capi d'imputazione il nome di Pivato compare sempre. Ma anche in questo caso si parla, ancora una volta, di promesse di pagamento. Altro indagato è Antonio Braindic, anche lui come beneficiario di un alloggio ottenuto con modalità tutte da verificare. L'indagine della Procura si sovrappone ai controlli fatti a inizio anno dalla polizia locale proprio nei quartieri popolari per verificare l'identità degli assegnatari e, soprattutto, i loro redditi. Verifiche nate dopo la crescente tensione scoppiata tra alcuni inquilini che ha riportato prepotentemente a galle le tensioni latenti in zone della città non certo semplici. La polizia locale, in quell'occasione, fece una segnalazione alla Guardia di Finanza per capire se il possesso di macchine di lusso di molti residenti di quegli alloggi ad affitto calmierato, se non azzerato, fosse compatibile con i redditi dichiarati. E proprio i Levacovic furono presi di mira: tutte le loro auto vennero infatti segnalate. Alla fine dei controlli, forte della relazione fatta dai vigili, Ca' Sugana spedì 20 lettere di decadenza dagli alloggi. Ma mentre gli uomini del comandante Gallo facevano le loro verifiche, la Procura portava avanti la sua indagine. E adesso si cominciano a tirare le somme.

Ultimo aggiornamento: 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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