Tamponate e uccise da un'auto a 120 all'ora: dalla perizia il giallo dei fanali spenti

Mercoledì 11 Maggio 2022 di Lina Paronetto
Ronnie Levacovic
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PREGANZIOL - Prime indiscrezioni sull'esito della perizia cinematica relativa all'incidente costato la vita, lungo il Terraglio a Preganziol, a Mara Visentin e Miriam Cappelletto, le due amiche di 63 e 51 anni di ritorno da una serata spensierata al Bingo a fine marzo.

Secondo gli approfondimenti eseguiti dall'ingegner Pierluigi Zamuner di San Donà, incaricato della perizia dalla Procura di Treviso, titolare dell'indagine, l'auto del 25enne Ronnie Levacovic avrebbe tamponato posteriormente l'utilitaria delle due amiche procedendo a una velocità di circa 120 km all'ora, contro i 60-70 km orari dell'altra vettura, sbalzandola così violentemente in avanti.

L'ANALISI
La corsa della Citroen C1 è terminata una settantina di metri più in là, fermandosi nel fossato contro una spalletta di cemento, mentre quella di Levacovic, una Bmw ben più potente, è carambolata per una novantina di metri, ribaltandosi più volte. Tanto che il giovane rom è rimasto gravemente ferito, rimanendo ricoverato la vita e la morte per diverse settimane. Il 25enne non si sarebbe dunque accorto dell'auto delle due donne che precedeva la sua. E secondo le prime ipotesi questo sarebbe avvenuto o perché stava uscendo da un sorpasso, c'è in effetti un testimone che ha raccontato di essere stato superato dall'auto nera dell'indagato, oppure perché le luci della Citroen non erano state azionate o erano scarsamente visibili. Un aspetto, questo, che andrà ulteriormente approfondito.

IL PUNTO
Sarebbe invece stata esclusa, in base alle risultanze della perizia, l'ipotesi che l'utilitaria si fosse appena immessa in strada. La macchina a bordo della quale viaggiavano Mara e Miriam procedeva a velocità moderata lungo un tratto extraurbano in cui il limite è ben superiore. Anch'essa nella stessa direzione di quella di Levacovic, che l'avrebbe dunque tamponata violentemente per una questione di scarsa visibilità. Il differenziale di velocità tra i due veicoli ha fatto il resto. La perizia non conterrebbe infine dati relativi allo stato psicofisico di Levacovic, tuttora in riabilitazione per i gravissimi traumi riportati nell'incidente. Il 25enne è accusato di omicidio stradale plurimo, e non ricorda di fatto nulla di quei tragici istanti. Mentre le famiglie delle due vittime hanno chiesto e ripetuto di volere giustizia, i parenti del giovane rom hanno diffuso un video per chiedere scusa: «Ronnie pagherà per quello che ha fatto», ha detto più volte lo zio Tommaso Levacovic, chiedendo che per l'errore del ragazzo, padre di due bambini, non debba venire penalizzata l'intera comunità rom.
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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