Infezione polmonare, Ronnie lotta per la vita: rischia 18 anni di carcere per la morte di Mara e Miriam

Mercoledì 30 Marzo 2022 di Valeria Lipparini
Ronnie Levacovic
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PIEVE DI SOLIGO - Ronnie Levacovic, il 25enne rom, è stazionario: ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Ca' Foncello è tenuto ancora in coma farmacologico. Ma sembrano essere esclusi danni cerebrali, come si temeva in un primo momento. L'avvocato che ne ha assunto la difesa, Francesco Murgia, premette: «Sta combattendo una dura battaglia. Un rigurgito di cibo è risalito ai polmoni, provocandogli una gravissima infezione che i medici tentano di risolvere attraverso pesanti antibiotici. Da cosa sia formato il rigurgito è tutto da verificare. Gli esami accurati a cui è stato sottoposto lo diranno con esattezza». E poi, aggiunge: «Verrà valutata la condizione psicofisica di Ronnie, ma non solo. Sarà esaminata con puntiglioso scrupolo la condotta che ha tenuto alla guida della sua Bmw M2.

E verrà chiarita la dinamica dell'incidente».

IL RISCHIO

Tanta precisione è spiegata con il fatto che Ronnie Levacovic rischia grosso. «Il ventaglio della pena va da 2 a 18 anni. Tutto sarà passato al microscopio e analizzato con estrema attenzione. Alle aggravanti saranno detratte le attenuanti» sottolinea l'avvocato. I conti sono presto fatti. Il rigurgito che ha causato l'infezione polmonare potrebbe essere stato causato dall'alcol, assunto in eccesso. Oppure dal cibo. Che Levacovic avesse bevuto e in che quantità, ma anche se si era messo al volante dopo aver assunto sostanze stupefacenti, lo diranno gli esami alcolimetrici e tossicologici a cui è stato sottoposto. «Gli esiti non sono stati ancora depositati» ci tiene a sottolineare il legale. Che aggiunge: «Ronnie sta combattendo la sua battaglia per sopravvivere. Oltre alla grave infezione polmonare ha riportato una frattura non ricomposta, che non rappresenta per ora la priorità, mentre i medici sembrano poter escludere i danni cerebrali». Fin qui si parla di condizione psicofisica del 25enne, indagato per duplice omicidio stradale, che giovedì 24 marzo ha tamponato a folle velocità la Citroen con a bordo Mara Visentin e Miriam Cappelleto, entrambe decedute a seguito del terribile schianto.

LA PERIZIA

Il sostituto procuratore Giulio Caprarola ha disposto una perizia cinematica per ricostruire con esattezza la dinamica dell'incidente. Questo è il secondo punto: la ricostruzione dell'accaduto. «Le telecamere chiariranno a che velocità procedeva Ronnie. Ma si capirà anche se c'è stato un concorso di colpa delle conducenti della Citroen che potrebbero aver fatto una manovra sconsiderata, magari per disattenzione - dice l'avvocato Murgia - Sarà valutato tutto con estrema attenzione e precisione proprio perchè Levacovic rischia una condanna a 18 anni di carcere. In questo quadro tutto pesa e ogni elemento è importante». Resta un altro punto da chiarire. Che la Bmw M2 nera di Ronnie Levacovic, lanciata a 150 all'ora la notte dello schianto mortale di Preganziol, probabilmente non era l'unica supercar che sfrecciava lungo il Terraglio. In questi giorni si è fatta strada l'ipotesi della gara clandestina alla base del tamponamento costato la vita alle due amiche trevigiane ed è questa una delle piste che stanno battendo i carabinieri della Compagnia di Treviso. L'avvocato conclude: «Anche le gare tra auto, di cui si è parlato, sono tutte da dimostrare. La velocità, più o meno elevata, sarà testata vista la presenza delle telecamere ma da quanto mi risulta di gare tra auto nemmeno l'ombra. In Tribunale tanti dubbi si chiariranno».
 

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