L'ex seminario dei Cappuccini potrebbe accogliere Caritas e servizi sociosanitari dell'Ulss 5

Martedì 5 Settembre 2023 di Elisa Barion
Il seminario dei frati cappuccini a fianco del convento e della chiesa

ROVIGO - Le porte del convento dei frati cappuccini si sono chiuse domenica. A quanto pare, però, l’enorme complesso immobiliare che oltre al convento, tra le varie cose, conta anche il grande ex seminario e una palestra, non resterà chiuso per sempre e non rappresenterà l’ennesimo vuoto urbano della città. Perché qualche ipotesi che ha a che vedere con il futuro è già in circolazione. Nulla di definitivo, ma un segnale eloquente di come qualcosa si stia muovendo intorno all’enorme proprietà immobiliare del Capitolo della Provincia veneta dei frati minori cappuccini. Nello specifico, uno dei piani futuri per dare nuova vita al convento potrebbe essere quello di affidarne una porzione alla Caritas diocesana che tra l’altro, poco più di una settimana fa ha avviato l’attività della nuova mensa dei poveri negli spazi di un altro seminario, quello vescovile intitolato a San Pio X e situato in via Pascoli al civico 51, prendendo le redini del servizio rivolto ai bisognosi proprio dai frati cappuccini.

Il tutto nella prospettiva di ampliare le proprie attività, implementandole con un servizio di accoglienza notturna rivolto sempre alle fasce di cittadini più fragili e in difficoltà. Ecco che in questo caso, gli spazi del convento e del seminario si presterebbero, il condizionale è d’obbligo, perfettamente a questo tipo di obiettivi.

L’ALTRA SOLUZIONE
Un’altra possibilità, al momento soltanto un’idea, è quella che possano avere una destinazione di natura sanitaria. Tra l’altro, con il fallimento delle trattative fra Comune e Iras per una nuova destinazione di Casa Serena, l’Ulss che aveva “prenotato” degli spazi per la didattica del corso di laurea in Infermieristica, foresteria e soprattutto per i Centri diurni, si sta guardando intorno. Prova ne è l’avviso di indagine esplorativa pubblicato ormai da qualche tempo per l’individuazione di un immobile «in comodato d’uso oppure in locazione passiva», per la ricollocazione di due Centri diurni per disabili, ora collocati al piano terra del blocco C della cittadella sociosanitaria di viale Tre martiri. Tra i requisiti dell’immobile richiesti dall’azienda sanitaria si legge: «L’immobile dovrà preferibilmente essere ubicato in un’area urbana all’interno del comune di Rovigo. Il fabbricato dovrà avere una superficie calpestabile di circa 800-1000 metri quadri da destinare a due Centri diurni per disabili distinti ogni uno con ingresso indipendente. Saranno presi in considerazione anche immobili con superfici maggiori, purché siano funzionali alle esigenze dell’azienda».
Tra le varie esigenze indicate figurano l’ubicazione al piano terra oppure anche la disposizione su più piani, ma con l’assenza di barriere architettoniche, accessi indipendenti, la presenza di uno spazio scoperto ad uso esclusivo, l’accesso diretto dalla strada pubblica, con adeguato parcheggio e con area riservata per l’accostamento del pulmino di servizio per il trasporto degli utenti. A ogni modo, il complesso edilizio dei frati cappuccini, non essendo certo carente di spazi, sarebbe in grado di ospitare entrambe le realtà: sia la Caritas che l’azienda sanitaria polesana. Comunque, nonostante con tutto questo si sia nel campo delle possibili ipotesi, una conferma che qualcosa si stia muovendo arriva indirettamente dal sindaco Edoardo Gaffeo che, pur non sbilanciandosi, lascia trapelare come il Comune, in questa fase, sia stato sì coinvolto, ma a titolo puramente informativo non avendo alcun titolo per intervenire direttamente, se quello non di favorire il dialogo tra i vari soggetti che possono essere interessati.

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