ROVIGO - A processo per maltrattamenti nei confronti della moglie, che veniva da lui appellata con i peggiori epiteti perché si rifiutava di portare il velo e che durante i frequenti litigi, oltre a offendere spintonava con violenza, minacciandola anche di morte. Minacce che oggi fanno ancora più paura alla luce di quanto poi accaduto. Già il 9 maggio 2021, durante un diverbio, l’uomo l’aveva afferrata per i capelli e fatta andare a sbattere contro una porta a vetri, andata in frantumi, provocandole un profondo taglio a un braccio. E poi ancora minacce, dopo che la moglie lo aveva lasciato: «Se ti trovo con un altro uomo, brucio te e lui».
LA CARCERAZIONE
Purtroppo, però, non è finita qui. L’imputato del processo, all’udienza in programma ieri mattina, infatti non si è presentato. E il perché della sua assenza in Tribunale è presto detto: perché nel frattempo, da circa un mese, è finito in carcere. Proprio per aver dato seguito alle sue minacce. Si tratta, infatti, del 31enne di origini marocchine, residente a Rovigo, che la sera di Ferragosto ha accoltellato l’ex moglie, raggiungendola alle spalle mentre stava slegando la bici davanti alla stazione. Almeno dieci i fendenti vibrati dall’uomo, secondo le ricostruzioni accusatorie con l’intenzione di uccidere, con un coltello da cucina di oltre 30 centimetri, 20 dei quali di lama, che aveva dentro al proprio zaino. Dopo averla afferrata per un braccio e fatta inginocchiare, afferrandola poi per i capelli con una mano e l’ha colpita brutalmente al torace e all’addome con il coltello impugnato nell’altra, ferendola in modo grave. Fortunatamente non così grave da ucciderla.
VOLONTÀ DI UCCIDERE
Questa, però, secondo la Procura sarebbe stata proprio la sua intenzione. Per questo il sostituto procuratore Valeria Motta ha contestato l’ipotesi di reato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto di essere stato commesso nei confronti del coniuge. Oltre all’ulteriore contestazione di aver violato il divieto di avvicinamento alla donna, che era stato emesso nei suoi confronti il 16 giugno di un anno fa. Proprio nell’ambito del procedimento che ieri avrebbe dovuto vederlo in aula davanti al giudice Alessia Vanoli.
PROCESSO BLOCCATO
Alla luce dei drammatici e gravissimi nuovi accadimenti, il processo si è fermato. L’udienza è stata rinviata in attesa di capire gli sviluppi di quello che è il fatto più grave, avvenuto in un contesto che pone più di un interrogativo sul se e come l’uomo potesse essere fermato prima, vista la sua già accertata pericolosità. Il femminicidio è stato evitato solo grazie all’intervento provvidenziale di alcuni passanti, richiamati dalle urla di terrore e dolore della donna, che oltre a bloccare l’azione dell’uomo hanno chiamato la polizia, accorsa in pochi istanti facendo scattare l’arresto del 31enne.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout