L’ufficio scolastico ha deciso, disinnescata la “bomba” al Kennedy. Via la dirigente Borin

Mercoledì 9 Agosto 2023 di Ldf
L ’ufficio scolastico ha deciso, disinnescata la “bomba” al Kennedy. Via la dirigente Borin

PORDENONE - È stato necessario meno tempo del previsto. Da ieri, infatti, Laura Borin (foto a destra), come già anticipato dal Gazzettino di Pordenone nei giorni scorsi, non è più la preside del Kennedy. C'è anche un documento formale che ha iniziato a girare nel tardo pomeriggio di ieri ed è l'elenco delle Istituzioni scolastiche (scuole) da assegnare in reggenza annuale per l'anno scolastico 2023 - 24. Si chiude, quindi, una delle vicende che hanno caratterizzato per un lungo periodo uno scontro tra la dirigente del Kennedy, Laura Borin, una parte dei genitori, una parte degli insegnanti e verso la fine dell'anno anche una parte consistente dei ragazzi.
A ieri, in ogni caso, anche a fronte del fatto che il Kennedy è finito tra le scuole da porre in reggenza (significa che serve un nuovo dirigente che guiderà la scuola senza la cattedra definitiva) non c'era traccia di dove è stata assegnata la preside Borin.
Che la situazione alla fine dovesse chiudersi in questa maniera, era scritto da tempo. Del resto sarebbe stato impensabile che la dirigente tornasse a dirigere una scuola in cui era in rotta di collisione con genitori, studenti e docenti. Anche se, questo è corretto dirlo, una buona parte la sosteneva. Restava, però, una sorta di incompatibilità ambientale che rendeva di fatto impossibile il fatto che potesse tornare a reggere l'istituto.
È stata la dirigente regionale dell'Ufficio scolastico, Daniela Beltrame (foto a sinistra) ad assumersi la decisione che a questo punto, in ogni caso, potrebbe avere dei risvolti. Non è da escludere, infatti, che la presidente Borin non abbia per nulla accettato di buon grado quando deciso e che sia pronta a rivolgersi al tribunale amministrativo per contrastare la decisione. Un passaggio che metterebbe in difficoltà tutto l'ambiente, almeno sino a quando il Tar non avrà emesso una sentenza. Sempre ammesso che la dirigente scelga questa strada.
A quanto pare, però, la dirigente, in rotta di collisione con il presidente del Consiglio di Istituto, ma - come detto - anche con parte dei genitori e del gruppo dei docenti, pare avesse già espresso, seppur in forma riservata, il suo pensiero: non mollare.

Come dire restare al suo posto sostanzialmente per due motivi: il primo non dare l'impressione di essere nel torto in questo grande caos che si è creato. Il secondo per difendere, legittimamente, la sua professionalità di dirigente scolastico che ritiene di aver sempre agito correttamente e nell'interesse della scuola. Ora, però, la frittata è fatta e la decisione presa. Resta da capire chi andrà a dirigere il Kennedy, istituto troppo grande per avere una reggenza.

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