Pordenone calcio, dal giudice oggi il primo snodo. Serie D quasi sfumata

È il giorno dell'udienza dopo l'istanza di fallimento: si punta all'Eccellenza

Martedì 20 Giugno 2023 di M.A.
Pordenone calcio, dal giudice oggi il primo snodo. Serie D quasi sfumata

PORDENONE - Di giorni importanti, nella sua storia, il Pordenone Calcio ne ha avuti tanti.

Feste di popolo e cadute rovinose, ascese a un passo dall'olimpo del calcio e ripartenze dolorose. Oggi inizia un'altra storia, c'è un altro giorno che può segnare il futuro dello sport in città. E la partita non si giocherà su un prato verde, ma in un'aula di tribunale. È arrivato infatti il giorno dell'udienza di verifica (11.30) dopo l'istanza di fallimento firmata dal procuratore della Repubblica di Pordenone Raffaele Tito. Spetterà al giudice fissare un termine (trenta, sessanta giorni, le ipotesi più probabili) legato al concordato preventivo oppure a un accordo per la ristrutturazione del debito. Oggi non si conoscerà con esattezza il destino del Pordenone Calcio, ma inizierà - questo sì - una delle partite più difficili della sua storia. Con sullo sfondo uno scenario che ormai pare il più verosimile: probabile addio anche alla Serie D. Allo stesso tempo, ecco un nuovo impegno della Vitis, l'azienda del patron Mauro Lovisa.


Lo scenario

Quasi più importanti delle decisioni che saranno prese o delle strade che saranno decise in udienza, sono però le notizie che filtrano dall'ambiente vicino alla società neroverde. Nonostante il sogno sia quello di provare almeno a ripartire dalla massima categoria dilettantistica, cioè la Serie D, questa ipotesi è diventata ormai alla stregua di un miraggio. Nell'entourage che sta seguendo passo dopo passo la situazione debitoria del club di Mauro Lovisa c'è una certezza: l'Eccellenza, cioè il massimo campionato a valenza regionale ma non la categoria più alta del dilettantismo, si può raggiungere. E c'è una discreta dose di ottimismo in tal senso. Tradotto: si punterà a quel risultato, che sembra più a portata di mano. La Serie D ha costi decisamente più alti (circa 300mila euro solamente per metterci un piede dentro) e in questo momento apparirebbe incompatibile con la situazione patrimoniale e le incombenze finanziarie del club. C'è poi il tema delicato dei contributi, che devono essere corrisposti a chi ne ha e ne aveva diritto. Iscriversi al campionato di Eccellenza comporterebbe un esborso minore e nonostante il comprensibile entusiasmo dei nuovi ingressi in società, la linea del pool che segue la vicenda del Pordenone Calcio è quella della massima cautela. Termine che cozzerebbe proprio con la ripartenza dalla Serie D.


Lo sforzo

E Mauro Lovisa in tutto questo? Il presidente c'è ancora. Eccome. Vive giorni non facili, com'è normale che sia. Ma nel percorso che nelle speranze di tutti potrebbe portare a una ristrutturazione delle casse del club c'è anche un suo ennesimo sforzo. Settecentomila euro provenienti dall'azienda simbolo di questi anni in neroverde, la sua Vitis di Rauscedo, gigante delle barbatelle. Basterà? Sarà compito della Giustizia stabilirlo. Di certo il Pordenone dovrà cambiare anche la sua ragione sociale, diventando di fatto un'associazione sportiva dilettantistica. Un particolare non da poco, dal momento che una Asd solitamente non ha dipendenti, mentre ora il Pordenone ne ha, anche a tempo indeterminato. Ore di attesa e ansia anche per chi materialmente al De Marchi ci lavora, portando a casa uno stipendio.

Ultimo aggiornamento: 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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