PORDENONE - C’è uno scenario che tra i tifosi del Pordenone Calcio e ancora di più nell’entourage del presidente non si può nemmeno nominare. È quello del fallimento del club, cioè di una fine diversa rispetto a quella a cui si lavorerà nei prossimi sessanta giorni.
Eppure anche in quel caso spunta uno spiraglio, con anche il Comune di Pordenone che sarebbe pronto a fare la sua parte, come già successo in tante altre parti d’Italia e per tanti altri club del mondo del pallone che sono finiti gambe all’aria per problemi finanziari.
La novità
Passo indietro. Cosa c’entra in questo caso il Comune? Di certo l’Ente guidato oggi da Alessandro Ciriani non può intervenire direttamente per aiutare economicamente la società calcistica. Non può farlo in nessun caso. Ma se si dovesse arrivare all’opzione del fallimento (ripetiamo, nessuno in questo momento vuole scegliere questa strada), proprio il Comune potrebbe diventare parte attiva della partita. Come? Detenendo di fatto il marchio “Pordenone”.
Niente di strano, è già successo in tanti altri casi, quando a saltare sono state società calcistiche meno e più blasonate rispetto ai neroverdi. Il sindaco Alessandro Ciriani è a conoscenza di questa opportunità e in quel caso sarebbe assolutamente in prima linea per garantire almeno la sopravvivenza del marchio storico del Pordenone Calcio, che successivamente diventerebbe a disposizione di una nuova, ipotetica società sportiva.
L'interesse
Ed eccoci alla seconda novità. Negli ultimi giorni, infatti, si è mosso qualcosa in modo parallelo rispetto al percorso che sta compiendo il “vecchio” Pordenone Calcio tra gli studi degli avvocati e le aule del Tribunale. Ci sono infatti almeno due cordate, locali e non, che hanno messo gli occhi su una possibile ripartenza da zero di un club rifondato.
La sostanza è più o meno questa: ci sono imprenditori (per il momento non stanno filtrando i nomi delle personalità interessate) che vorrebbero rifondare il Pordenone Calcio, ma senza accollarsi la situazione finanziaria (qualsiasi essa sia) del club che attualmente sta provando a raggiungere almeno il campionato dilettantistico di Eccellenza.
Le possibilità
Cosa succederebbe tecnicamente in quel caso? Prima di tutto, l’incognita sarebbe quella relativa alla categoria in cui inserire la società. E in quel caso i dubbi supererebbero le certezze, perché esiste una vera e propria selva di norme nazionali in cui non sarebbe questo il momento di perdersi. Probabilmente, però, si dovrebbe almeno inizialmente ripartire con un nome diverso da quello attuale. Di esempi, anche in questo campo, ce ne sono davvero tanti. Uno su tutti riporta l’orologio agli anni Duemila, quando la gloriosa Fiorentina finì male (era l’ultima propaggine dell’epoca segnata da Cecchi Gori) e fu costretta ripartire dalla Serie C2 (arrivava dalla massima categoria, con retrocessione sul campo) con il nome di “Florentia Viola”. Successivamente, anche grazie all’intermediazione del Comune di Firenze, fu possibile acquisire nuovamente sia il marchio che il nome storico del club. E sappiamo tutti la cavalcata che seguì dopo. Nessuno ovviamente spera che il Pordenone fallisca, ma anche in quel caso c’è già gente pronta a far ripartire l’orologio della storia neroverde.