Insulti sessisti durante la gara della figlia: «Cartellino nero per i genitori»

Sabato 2 Marzo 2019 di Nicoletta Cozza
Insulti sessisti durante la gara della figlia: «Cartellino nero per i genitori»
PADOVA - Un daspo metaforico è arrivato. Che pesa molto di più della multa di 100 euro comminata alla società. Perché a mettere sul banco degli imputati i genitori incivili che hanno apostrofato con insulti sessisti le avversarie delle loro figlie durante una partita di pallavolo, sono un po' tutti: i vertici nazionale e locale del volley, il Coni, i campioni padovani e anche il sindaco Sergio Giordani. Con gli esperti a sottolineare che atteggiamenti del genere, per di più accompagnati da gesti volgari sulle tribune, possono lasciare traccia nelle vittime. «Lo sport - ha sottolineato Gianfranco Bardelle, numero uno del Coni regionale - insegna in primis cultura e rispetto: purtroppo pure in questo ambito viviamo un periodo difficile, dove le regole non vengono insegnate neppure da chi dovrebbe essere un modello, come madri e padri, i quali durante le gare dovrebbero limitarsi ad applaudire, stando zitti. Pure la scuola dovrebbe avere un ruolo decisivo nell'insegnare l'educazione. E comunque prima si impara a comportarsi e poi come fare per arrivare alle Olimpiadi».
 
Incredulo per quanto avvenuto sugli spalti di Pernumia durante il Memorial Longo è Adriano Bilato, padovano e numero due del volley nazionale. «È stranissimo - ha sottolineato il vicepresidente di Federvolley - che episodi del genere accadano durante una partita di pallavolo. Mi spiace tantissimo, e mi addolora anche che siano avvenuti sul territorio padovano. Ora cercheremo di capire cosa abbia scatenato reazioni tanto deplorevoli». «La Federazione - dice poi Cinzia Businaro, presidente del Comitato Fipav di Padova - ha sanzionato con dispiacere, tramite il giudice territoriale. Ma più che l'importo, mi rammaricano le motivazioni. Da un anno il nostro Comitato sta lavorando per formare i quadri dirigenziali delle società sportive presenti sul territorio: credo che questa sia la strada giusta per incidere poi in modo positivo pure sui comportamenti dei genitori». 
IL GIUDIZIO
Severo il giudizio di Francesca Bortolozzi, schermitrice azzurra, oro olimpico nel 1992 a Barcellona. «É allucinante quello che è accaduto. In questi casi servono provvedimenti drastici, un cartellino nero per questi genitori che vanno tenuti lontano dalle gare, in modo da dare un segnale forte. Lo sport, non è una battaglia e si basa sul rispetto sia delle regole, che dell'avversario, perché senza quest'ultimo non esisterebbero le competizioni e non sarebbe possibile divertirsi, in quanto nessuno potrebbe praticare il suo sport preferito».
L'ESPERTO
L'analisi sulle ricadute che l'accaduto potrebbe avere sulle pallavoliste è affidata a Paolo Albiero, professore al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo dell'Università. «Assistiamo purtroppo a un crescente numero di episodi di intolleranza: razzismo, sessismo, omofobia. Questi fatti, come dimostra quanto successo a Pernumia, non sono messi in atto solo da giovani scapestrati, o male educati, bensì da coloro che dovrebbero svolgere la funzione parentale ed educativa con responsabilità. Perché quello che come educatori stiamo perdendo è proprio il concetto di responsabilità». «Per quanto riguarda le vittime, le conseguenze psicologiche possono essere molteplici - aggiunge il docente del Bo - . L'agonismo è per un atleta adolescente una parte importante dell'identità che sta costruendo. Episodi traumatici legati alla sua attività sportiva, come in questo caso, possono avere effetti pervasivi sul suo benessere e sulla sua autostima. E tanto più queste atlete sono giovani, maggiore è il rischio di un impatto negativo che un tale modello adulto, che dovrebbe essere autorevole, può avere, soprattutto sulle ragazzine più vulnerabili. Ma la famiglia delle atlete insultate può diventare un fattore protettivo importante per una corretta elaborazione dell'episodio, in modo che la responsabilità venga attribuita all'adulto senza intaccare negativamente il sè delle ragazze. L'impatto psicologico che potrà avere, o non avere, un evento di questo tipo dipenderà' da quanto la base emotiva di queste giovani era già sicura, oppure se gli insulti cadono in un terreno fragile. Per questo i minori vanno tutelati a prescindere, e comportamenti simili fortemente stigmatizzati e sanzionati». «Ma mi preoccupano di più i risvolti negativi psicologici per le figlie di questi genitori che si sono macchiati di un simile comportamento. A parte l'ambiente in cui saranno cresciute, c'è la vergogna sociale per l'identificazione di essere figlie di genitori che hanno commesso un simile gesto».
Sergio Giordani, oggi sindaco, ma per anni presidente del Calcio Padova aggiunge: «Da uomo di sport ho sempre pensato che il fair play e il rispetto siano fondamentali in ogni contesto. Sicuramente a queste giovani atlete, che ogni giorno si sacrificano per allenarsi, non sarebbe venuto in mente di offendersi con epiteti sessisti e discriminatori. Questi genitori, che avrebbero il compito di educare, prendano esempio dalle atlete, perché non c'è sport vero senza amicizia».
Nicoletta Cozza
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