Autovelox di Cadoneghe, corteo-lumaca in auto per protestare contro la stangata delle multe

Martedì 19 Settembre 2023 di Serena De Salvador
Autovelox di Cadoneghe, corteo-lumaca in auto per protestare contro la stangata delle multe

CADONEGHE - Non un sit-in ma un “sit-car”, un corteo di auto che stasera (19 settembre) alle 18 percorrerà a meno di 50 chilometri orari il tratto della strada 307 di Cadoneghe dove sono installati i due autovelox che in poche settimane hanno staccato oltre 24mila multe accendendo una furiosa polemica. Sono attesi centinaia di multati che esporranno i verbali dai finestrini, ma soprattutto si rischia una pesante congestione del traffico su una delle strade maggiormente percorse alle porte di Padova. Anche perché il tratto sarà percorso più volte in ambo i sensi, come in un circuito.
Intanto proseguono le azioni di rimostranza. Le più recenti sono un esposto indirizzato alla Procura per chiedere di valutare il possibile sequestro degli apparecchi e un secondo esposto diretto alla Prefettura per la sospensione delle multe. A muoversi è stata l’associazione di tutela Centro Consumatori Italia.
 

LE MOSSE
L’associazione è entrata nella vicenda su richiesta del sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro, per chiarire la legittimità dell’iter di installazione dei velox. Ora però, sostenendo di non aver ricevuto la documentazione richiesta, ha deciso di ricorrere a Procura e Prefettura. «Venerdì abbiamo depositato gli esposti diretti al pubblico ministero Benedetto Roberti (titolare dell’inchiesta che ipotizza la mancata taratura dei velox e che vede indagati due vigili urbani, ndr) e al prefetto Francesco Messina – ha spiegato ieri Antonio Tognoni, delegato di Centro Consumatori Italia convocando un punto stampa –. Il sindaco ha chiesto di verificare la regolarità dell’iter di installazione, salvo poi non consegnare i documenti e sparire. Avevamo anche garantito che se tutto fosse risultato in regola l’avremmo reso pubblico. Non ci spieghiamo la scelta di troncare i contatti e la mancanza di trasparenza».
L’associazione ora tutela una quarantina di multati. «Abbiamo chiesto tanti documenti, dal verbale della messa in funzione all’atto di cessione del tratto da VenetoStrade al Comune (e il relativo abbassamento del limite di velocità da 70 a 50 chilometri orari) – ha aggiunto –. Se saranno certificate irregolarità l’amministrazione rischia di dover restituire i proventi delle multe. Al prefetto chiediamo di assumersi l’onere di sospenderle: l’annullamento non è possibile in mancanza dell’accertamento di un illecito penale, la sospensione invece tutelerebbe i cittadini. Il termine per il pagamento sta scadendo, servono risposte». La situazione non è infatti facile. «Suggeriamo di fare ricorso – ha specificato Tognoni –, per quanto rischioso poiché potrebbe essere rigettato con un raddoppio della sanzione. Prima di pagare bisogna che sia chiarito se ci sono illeciti. Chi ha già pagato non può fare ricorso, ma se ci saranno conseguenze penali per l’amministrazione potrà costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento. Infine sarà da chiarire come abbiano fatto i soli vigili urbani di Cadoneghe a vagliare 24mila multe in poche settimane: è solo un’ipotesi, ma sorge il dubbio che possano essersi rivolti a una società specializzata». Intanto sono state fissate per fine ottobre le prime udienze davanti al giudice di pace per coloro che hanno presentato ricorso.
 

GLI SVILUPPI
Dopo l’attentato che il 9 agosto ha messo fuori uso i due autovelox (i cui responsabili restano ignoti), non c’è ora certezza sul ritorno in funzione. «Un associato ha ricevuto un verbale sabato, mentre il sindaco aveva dichiarato di spegnerli, ma non abbiamo visto ordinanze» ha chiuso Tognoni. Intanto la protesta continua. Oltre al “sit-car” di stasera in Procura avanza l’indagine che vede indagati il responsabile della polizia locale e un agente ipotizzando la mancata taratura dei velox. E ad agitare ancor più le acque ha contribuito il consiglio comunale di mercoledì scorso che ha visto il sindaco attaccato e un centinaio di multati infuriati lasciare la sala al grido: «buffoni».
 

Ultimo aggiornamento: 07:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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