Irpef, il Comune di Padova studia nuove aliquote che potrebbero colpire i redditi più alti

Accordo tra Pd e Coalizione Civica per varare la rivoluzione: soglie diverse in base al reddito

Lunedì 12 Giugno 2023 di Alberto Rodighiero
Consiglio comunale di Padova (foto d'archivio)

PADOVA - Partito democratico e Coalizione civica raggiungono un accordo sull’aumento dell’Irpef comunale, ma l’intesa lascia perplessa la Lista Giordani. L’ipotesi a cui si lavora è quella di abbandonare l’aliquota unica e prevedere diverse aliquote con un principio di progressività che vada a colpire soprattutto i redditi più alti. Se ne è discusso negli ultimi giorni durante un vertice di maggioranza a Palazzo Moroni. Vertice durante il quale è stato raggiunto un accordo sostanziale tra Coalizione (che da anni si batte perché l’addizionale venga rincarata) e il Partito democratico. Un’intesa che però non convincerebbe una parte della lista Giordani che considera politicamente molto rischioso il messaggio di un nuovo aumento della pressione fiscale.

I calcoli

Durante la riunione sono stati illustrati i dati sulla possibile rimodulazione delle aliquote che per le casse comunali porterebbe un maggior gettito di circa 700mila euro all’anno. Una cifra che però secondo alcuni esponenti della Lista Giordani potrebbe essere comunque recuperata nel 2024 grazie alla diminuzione dei prezzi di gas ed energia elettrica. Il dibattito interno alla maggioranza è in corso. L’accordo raggiunto tra il popolo arancione e il Pd, intanto, ha preso forma e sostanza in una mozione – prima firma del consigliere Dem Marco Concolato – che sarà discussa mercoledì in consiglio comunale e sarà presentata assieme ad altre due mozioni che trattano dello stesso argomento. La prima è quella proposta dal capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Cavatton in cui si chiede l’innalzamento della soglia di esenzione dell’addizionale mentre la seconda vede come prima proponente la capogruppo di Coalizione civica Marta Nalin e chiede una modifica del tributo.

Parliamo di una mozione presentata prima di trovare l’accordo con il Pd.

La nuova proposta

Ma nello specifico che cosa si chiede nella nuova mozione di Concolato? Molto semplicemente che il consiglio comunale impegni l’amministrazione a “determinare, in sede di Bilancio previsionale 2024, una rimodulazione dell’addizionale comunale Irpef ispirata ai principi di equità e di progressività, superando l’aliquota unica attraverso l’introduzione di aliquote differenziate, al fine di ottenere un maggiore gettito fiscale complessivo e al tempo stesso sostenere i bisogni delle fasce di reddito più basse, garantendo così la tenuta dei servizi comunali”. Di fatto la strada dovrebbe essere quelle di andare oltre all’attuale aliquota unica che quest’anno è stata confermata allo 0,7%. Ad oggi l’addizionale non è dovuta se il reddito complessivo determinato ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche non supera l’importo 15 mila euro. Se il reddito imponibile supera la soglia di esenzione, il tributo è dovuto ed è determinato applicando l’aliquota al reddito imponibile complessivo. Dall’anno prossimo, invece, l’addizionale potrebbe essere rimodulata in diversi scaglioni che saranno incrementati con l’aumento dei redditi. In questo modo chi più ha più paga, mentre i redditi più bassi potrebbero dover corrispondere meno rispetto all’attuale tributo.

Lo scenario

Quello che è certo è che nel 2024 l’amministrazione Giordani andrà a ritoccare una delle principali fonti d’entrata per le casse comunali. Ogni anno, infatti, grazie all’addizionale Irpef il Comune incassa circa 26 milioni di euro. Una cifra che già dall’anno prossimo è destina quindi ad aumentare. Resta da capire se politicamente la maggioranza è disponibile ad esporsi all’ennesimo fuoco di fila dell’opposizione, che ormai da mesi sta sparando a zero sull’amministrazione per l’aumento della pressione fiscale e non solo. Sabato scorso, per esempio il centrodestra ha messo in fila tutti gli aumenti fatti scattare nell’ultimo anno dalla giunta Giordani: si va dal rincaro dei biglietti e degli abbonamenti di bus e tram all’aumento dell ’Imu per gli immobili destinati agli affitti turistici, fino ad arrivare alla Tari rincarata di circa il 10% in virtù di due aumenti consecutivi.

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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