Padova. Figli di due mamme, arriva la seconda notifica: «Mio figlio aspetta la nascita delle due sorelline, ma per lo Stato non lo saranno»

Elisa Barbugian e la moglie sono la seconda coppia ad aver ricevuto la raccomandata. Ieri ha partecipato al sit in di fronte al tribunale

Sabato 24 Giugno 2023 di Silvia Moranduzzo
Elisa Barbugian

PADOVA - «Da quando mia moglie è incinta nostro figlio di 7 anni continua a vantarsi del fatto che avrà due sorelline. Non gli ho ancora detto che per lo Stato non saranno sue sorelle. Non so come dirglielo». Le lacrime scendono sul viso di Elisa Barbugian. Lacrime di rabbia, frustrazione, tristezza. Lei e la moglie sono la seconda coppia (che se ne abbia notizia) ad aver ricevuto la raccomandata che toglie una mamma ai loro figli. E ieri mattina tra le 10 e le 11.30 Barbugian era di fronte al tribunale di Padova con altre famiglie arcobaleno, politici, sindacalisti, studenti e sostenitori.

Oltre 200 persone hanno partecipato al sit-in silenzioso indetto per protestare contro i ricorsi inviati dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari: si chiede la cancellazione dal registro dell'anagrafe della mamma che non ha partorito il bambino.

La preoccupazione

A terra ci sono 33 bambolotti. Rappresentano i 33 bambini figli di due mamme di Padova. Su di loro vengono posate delle raccomandate verdi, una per ciascuno. «Ce lo aspettavamo - dice Barbugian - Anche se fino a che non arriva quel cartellino verde continui a sperare. Ogni famiglia si organizzerà a sé con un legale ma abbiamo l'appoggio della nostra associazione. É una cosa che scombina la quotidianità, tutto. Se mia moglie e io dovessimo separarci potrei impedirle di vedere i nostri figli, è qualcosa di sconvolgente». La sensazione è di essere discriminati. «Siamo famiglie come le altre, lavoriamo, paghiamo le tasse, facciamo tutto come gli altri ma veniamo considerati meno degli altri perché siamo omosessuali - attacca Barbugian, le lacrime che scendono irrefrenabili - Chi fa la fecondazione eterologa non ha problemi se si tratta di coppie etero, eppure uno dei due partner non è biologicamente il genitore. È la vergogna di questo paese. La stepchild? Mi verrebbe data tra 3 o 4 anni e nel frattempo? Nel frattempo io non posso prendere un giorno di aspettativa per stare con le mie figlie».

La politica

Al sit-in arrivano anche politici, sindacalisti e studenti. Aspettano che le mamme facciano la loro dimostrazione, restano un attimo in disparte. L'attenzione deve essere su di loro. «Quello che ha fatto la Procura è un atto politico - tuona Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico - Non è stata applicata la legge perché la legge non c'è, bisogna seguire le sentenze della Corte costituzionale che più volte ha ribadito che va garantito il preminente interesse del minore. Questi bambini sono discriminati e danneggiati, resterà su di loro un marchio di infamia che li seguirà tutta la vita».
«La destra continua usa questi temi in chiave ideologica, i diritti umani non dovrebbero essere di parte. Fare campagna elettorale sulla pelle di questi bambini è criminale. La stepchild proposta dalla ministra Roccella? La destra l'aveva tanto contestata, si può aspettare anni per averla. Roccella mente sapendo di mentire. Le Procure dovrebbero essere indipendenti dal clima politico. Giorgia Meloni, Matteo Salvini sono genitori eppure di questi bimbi gliene importa poco. È crudele».

«Dobbiamo correre intorno a quelle 33 famiglie colpite ingiustamente a Padova e in altri posti in Italia. Dove davvero si strappano famiglie e si levano genitori a bambini e bambine per cui sono genitori. Io credo che questo livello di crudeltà non si fosse mai visto prima». Così la segretaria del Pd Elly Schlein in piazza Lavater a Milano durante un talk del Pride Squadre. «Lo vediamo purtroppo non solo in Italia, non dimentichiamolo - ha aggiunto - C'è una internazionale di nazionalisti che si é scelta gli stessi nemici. E tra quei nemici ci sono le diversità, le persone migranti, le donne troppo emancipate per i loro gusti, c'è la comunità Lgbt+. Si sono attrezzati e organizzati». Motivo per cui «dobbiamo unire le nostre lotte oltre il confine. Solo così - ha concluso Schlein - saremo forti come coloro che vogliono riportarci indietro in un balzo che ci porterebbe al buio e al medioevo dei diritti. L'Italia deve andare verso il futuro, verso l'Europa».

Rachele Scarpa, deputata del Pd, parla di un «clima di odio e discriminazione, guidato dalla destra omofoba che ci governa». Le mamme non si fermeranno. L'appuntamento è per oggi, alle 11, di fronte al Comune di Padova. 

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Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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