Padova. Figli di due donne. Parla la mamma della bimba che si è vista negare la registrazione: «Adozione? No grazie, i figli già li abbiamo»

L’ipotesi rilanciata dal ministro Roccella bocciata dalla coppia chiamata in tribunale

Giovedì 22 Giugno 2023 di Serena De Salvador
La Procura chiede di annullare la registrazione

PADOVA - Adottare il figlio della propria partner laddove non è possibile farsi iscrivere come secondo genitore sull’atto di nascita? «Una discriminazione legalizzata». Lo afferma senza mezzi termini una delle due donne che compongono la prima coppia omogenitoriale ad aver ricevuto dalla Procura di Padova l’impugnazione dell’atto di nascita della figlia.

La Procura ne chiede la rettifica, con l’annullamento del riconoscimento della madre non biologica, e per questo le coppie dovranno comparire in tribunale. Il tema della “stepchild adoption”, appunto la pratica di adottare il figlio del partner con cui non si hanno legami biologici, ha infiammato ancor più il già incandescente dibattito sulla registrazione all’anagrafe dei bimbi figli di due mamme. La Procura euganea è pronta a impugnare gli atti di nascita di altri 32 bambini trascritti nell’anagrafe comunale dal 2017 e la decisione è diventata un caso nazionale.

Il ministro Roccella

A rilanciare il tema dell’adozione è stata Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, che ha definito «una scelta ideologica» l’idea di rifiutarla e «una garanzia in più per i bambini» il vaglio di un tribunale quando non c’è un legame biologico con uno dei genitori. «In Italia si diventa genitori solo in due modi – ha evidenziato il ministro –: con un rapporto biologico o con l’adozione. La Cassazione indica per le coppie omogenitoriali la strada dell’adozione in casi particolari, un’adozione semplificata, seguita da sempre dalle coppie eterosessuali quando il nuovo compagno di una vedova con figli o di una madre single vuole diventare padre dei suoi figli».

La rabbia: «Genitore è chi esercita i doveri»

Una posizione che ha suscitato le ire della mamma padovana che con la moglie si è vista impugnare l’atto di nascita della figlioletta. «L’adozione si attua per avere un figlio quando non ne hai uno. Noi abbiamo avuto la fortuna di averli, concepirli, partorire, accudirli. Sono nati all’interno di un matrimonio, un rapporto che dura da 14 anni» spiega. Le due donne hanno anche un figlio maschio più grande. «Ci chiamano mamma da sempre. Siamo già una famiglia come tutte le altre. È una responsabilità che ci siamo assunte verso questi bambini, nati da due diverse madri, ma geneticamente fratelli. La “stepchild adoption” è solo una scorciatoia. Se un figlio nasce con due mamme – prosegue la donna – ha due mamme, non una mamma e una donna che vive nella stessa casa. Che senso ha per un bambino farsi adottare dalla propria madre? Genitore è chi esercita i doveri, le responsabilità di essere genitore. Che c’entra essere uomo o donna? Per ogni altro genitore che ha la fortuna di poter mettere al mondo dei figli, nel momento in cui il figlio nasce diventa automaticamente genitore».

Le reazioni

A difendere la posizione delle due mamme è una delle maestre dell’asilo frequentato a Padova dai due bimbi. «Siamo e saremo sempre dalla parte di questi bambini – afferma l’insegnante –. La scuola continuerà a guardare tutti i bambini che la frequentano con gli stessi occhi di sempre, senza pregiudizi, a fianco delle loro famiglie». A dividersi invece è la politica, anche su scala nazionale. «Sentendo le parole della ministra Roccella ho pensato: era ora – spiega Valeria Valente, senatrice del Pd –. Se questa volontà di intervenire sulle adozioni è sincera, dico: bene, procedete visto che siete maggioranza e avete i numeri per farlo, noi per un confronto ci siamo. Una riforma del processo delle adozioni perché siano più rapide e possibili anche per single e coppie dello stesso sesso è infatti la soluzione che risponde al superiore interesse dei bambini».
«La decisione della Procura padovana non ha nulla a che vedere con la giusta battaglia contro la maternità surrogata – ha attaccato poi Mara Carfagna, presidente di Azione –. Nei casi di Padova a essere colpite sono solo coppie di donne completamente estranee alla pratica dell’utero in affitto. Le madri ci sono, hanno generato i loro bambini, li hanno cresciuti, sono presenti». A individuare l’adozione come strada per le coppie omogenitoriali è stato anche il sindaco di Treviso, Mario Conte, invitando i suoi omologhi a non uscire dal perimetro delle leggi e auspicando un tavolo di confronto in Parlamento. Un confronto che per Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, ha la massima priorità. «La situazione di Padova è davvero incresciosa – ha commentato –, non si può lasciare questo tema alla discrezionalità dei tribunali e alle sentenze. Serve che il nostro Paese si doti di leggi che diano pari diritti e certezze giuridiche alle figlie e ai figli delle coppie omogenitoriali». 

Video

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci