Il prof. Crepet: «Utero in affitto e altre pratiche rubano l’identità a chi nasce. Ma lo Stato deve esprimersi»

Mercoledì 21 Giugno 2023 di Elisa Fais
Paolo Crepet

PADOVA - «È un errore enorme dover gettare sui sindaci la responsabilità di dire di no o di sì. Credo che sia un’offesa per i minori. L’argomento avrebbe dovuto essere affrontato dai vari governi da quando questa pratica è stata accettata. Si faccia una battaglia parlamentare e mettiamo un punto». Lo psichiatra Paolo Crepet punta il dito contro l’incertezza legislativa che ruota attorno alle iscrizioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. 


Professor Crepet, la Procura è andata a ritroso nel tempo contestando gli atti firmati a partire dal 2017. Cosa ne pensa?
«Se lo Stato non promulga nessuna legge, dimostra un atteggiamento ipocrita.

La politica finora ha fatto finta che questo problema non ci fosse e non ha fatto nulla per chiarire. Se un bambino può nascere in un modo che non contrasta con nessuna legge italiana, a questo punto la legge ha il dovere di garantire quello che la politica non ha fatto. È colpa della politica, non del sindaco».


Una bambina di sei anni, figlia biologica di una donna, registrata anche con il secondo cognome della compagna della mamma, ora rischia di andare incontro a una modifica della propria identità?
«In corso d’opera non si può fare questo. Non si possono scaricare i problemi sulle coppie e tanto meno sui bambini. Se c’è la possibilità di avere un figlio in maniera “non convenzionale”, bisogna agire di conseguenza. Questi figli devono avere gli stessi diritti di quelli nati da una coppia eterosessuale».


Non ha pregiudizi in merito?
«No, non ho pregiudizi né nei confronti delle coppie omosessuali né nei confronti delle coppie eterosessuali. Il tema centrale e delicato però riguarda lo sviluppo dell’identità personale durante la crescita del bambino. Ovvero quando inizia a chiedersi “Da dove vengo? Dove sono nato? Chi mi ha partorito?”. Questi non sono problemi che si risolvono solo con l’amore».


Cos’è essere genitori?
«Voglio distinguere la genitorialità, ovvero quando la vita ti porta ad avere un ruolo da genitore, con l’essere genitori. Io non ho nulla da ridire se due uomini o due donne crescono un figlio, ma mi pongo un problema sul perché nasce tutto questo. Di mamma ne basta una. Dopodiché se accredito alla compagna, quindi a un’altra donna, il diritto e il dovere di occuparsi di quel bambino è un’altra questione. Ma non sono d’accordo con scrivere qualcosa che non è, perché la mamma non biologica non è “il padre”».


Ritiene che sia a rischio lo sviluppo psicofisico di un bambino cresciuto in una famiglia omogenitoriale?
«Non ci sono esperienze. Bisogna aspettare che diventi un giovane adulto, al momento questi dati non ci sono».


Secondo lei, quindi, a prescindere da tutto ogni bambino deve sapere di chi è figlio?
«Mai prima d’oggi nella storia dell’umanità si è rischiato di venire al mondo senza sapere da chi. L’utero in affitto e altre pratiche manipolatrici della nascita, invece, oggi rubano alla persona che nasce la sua stessa identità. Ad esempio, una signora single, o lesbica, decide di diventare madre e va in Spagna alla banca del seme, sceglie dai cataloghi e compie l’atto con la fialetta. Lei stessa se lo cresce in grembo, dunque non interrompe la relazione tra madre e feto, ma rimane la scelta di una “buona genetica” e soprattutto resta la voragine della risposta mancata: chi è mio padre? Non lo saprà mai e questa è una violenza».

Video

Ultimo aggiornamento: 17:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci