Figli di coppie gay, la Procura di Padova impugna gli atti di nascita dal 2017: «No a bambini di due madri». Il commento del sindaco Segio Giordani

Martedì 20 Giugno 2023 di Marco Aldighieri
Figli di coppie gay, la Procura di Padova impugna gli atti di nascita

PADOVA - Lo scorso 23 marzo Valeria Sanzari, il procuratore aggiunto di Padova, sul tema degli atti di nascita dei figli delle coppie omosessuali ha dichiarato: «La Procura può chiedere che il Tribunale valuti la nullità dell'atto nella parte in cui l'uomo figura come madre e la donna come padre. In sostanza quando vengono indicati due genitori dello stesso sesso». La parola è stata mantenuta. Il Tribunale civile, il prossimo 14 novembre, dovrà decidere se rettificare o meno l'atto di nascita di una bimba di quasi 6 anni, figlia biologica di una donna, che è stata registrata anche con il cognome della compagna come "secondo genitore".

La Procura di Padova impugna gli atti di nascita


Nel ricorso Sanzari ha sottolineato come "la giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale". Ma soprattutto che "la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione in materia, ritiene illegittima l'indicazione nell'atto di nascita in questione del nominativo della seconda mamma (non biologica) quale secondo genitore". La Procura di Padova, poco prima di Pasqua, ha chiesto al Comune gli atti, a partire dal 2017, delle iscrizioni all'anagrafe dei figli di coppie gay, per sottoporli alla valutazione del Tribunale.

In totale si tratta di 33 bambini, tutti di coppie di mamme. Al momento sarebbe stato notificato l'atto di rettifica alla prima coppia, ma gli altri arriveranno nei prossimi giorni. «Sono casi uguali, non c'è nessun motivo per differenziare. Le notifiche dell'impugnazione arriveranno a tutte le 33 coppie per le quali abbiamo chiesto al Comune, ad aprile, gli atti anagrafici» ha sottolineato Valeria Sanzari. «Ci sono tempi tecnici di assegnazione agli uffici e quindi - ha continuato - non è possibile dire a quante famiglie sia già stata notificata l'impugnazione. Io sono tenuta a far rispettare la legge e con l'attuale normativa non posso fare altro».


La mamma biologica


La madre biologica della piccola di sei anni, sconvolta dalla notifica dell'atto, ha dichiarato: «Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale di mia figlia. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma». E ancora: «Mi chiedo come possa un Tribunale di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia. Sono queste le priorità del sistema giudiziario italiano? Con quale coraggio un collegio giudicante di genere femminile può pensare di pronunciare tutto questo? Io e le famiglie della scuola, la scuola stessa esprimiamo massimo sdegno».


Cosa dice il sindaco Giordani?


Quanto attuato dalla Procura di Padova non è una novità nel panorama veneto. La Procura di Belluno, dal 2018, ha fatto lo stesso, impugnando le registrazioni all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. Il procuratore Paolo Luca: «Personalmente, preferirei che in Italia le leggi garantissero a tutti i bambini la possibilità di vedersi riconosciuti due genitori, a prescindere dal loro sesso. Ma come procuratore è ciò che sono tenuto a fare: fino a quando le regole rimarranno queste». Il primo caso, nel 2018, riguardava una coppia di mamme di Mel, frazione di Borgo Valbelluna: la Procura impugnò, vinse in primo e secondo grado e ora il procedimento è in Cassazione. La Prefettura di Padova invece, già il 22 di marzo, aveva informato l'autorità giudiziaria delle procedure seguite dall'amministrazione comunale per iscrivere all'anagrafe i bambini di coppie gay, riferite solo ai figli di due mamme, delle quali una biologica.

Il tutto era avvenuto dopo l'incontro su queste tematiche tra il prefetto Raffaele Grassi e il sindaco Sergio Giordani. «Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti» ha dichiarato ieri il primo cittadino. E ha aggiunto:

C'è un vuoto legislativo gravissimo quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini


Le Famiglie Arcobaleno


Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno: «Un atto vergognoso e indegno di un paese civile. È incredibile che in una città dove per tutti questi anni nessun certificato era stato impugnato, la cosa avvenga a pochi mesi dalla circolare del Ministro dell'Interno Piantedosi ai Prefetti. Lotteremo accanto a questi genitori». Per Emma Bonino e Riccardo Magi di + Europa «ecco cosa produce l'omofobia di Stato di questo governo e di un ministro come Piantedosi che passa sopra i corpi e i sentimenti dei bambini e delle loro famiglie per imporre un unico modello di famiglia. Come si fa ancora a sostenere che non c'è la volontà di discriminare questi bambini?».

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Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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