Ipercentro a Due Carrare: scatta
il vincolo della Soprintendenza

Sabato 9 Giugno 2018 di Francesco Cavallaro
Una recente manifestazione del fronte del no alla realizzazione dell'ipercentro
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Due Carrare - Il vincolo che impone l’inedificabilità nell’area compresa tra il Castello del Catajo, Villa Mincana, Turri e Ferro di cavallo – confermato lo scorso 19 aprile dalla Soprintendenza – è immediatamente eseguibile. Tuttavia, manca ancora una ratifica da parte dei consigli comunali di Due Carrare, Battaglia e Montegrotto (i tre municipi coinvolti nella vicenda) per concludere l’iter. «Quel provvedimento è già, così com’è, cogente – precisa il sindaco Davide Moro –. Lo ha messo nero su bianco la Provincia in un’apposita nota sull’argomento».  
Di fatto, quest’ultima rappresenta una replica ufficiale ad un’interpellanza che il comitato La Nostra Terra aveva presentato proprio a palazzo Santo Stefano ancora qualche settimana fa. «Viene determinato l’obbligo di non costruire alcunché nel sito interessato – continua il primo cittadino – nonostante non sia stato ancora recepito dagli strumenti di pianificazione comunali». «Abbiamo tutto il tempo per ratificare il documento in consiglio. Il Comune prenderà atto che un’istituzione superiore, in questo caso il ministero ai Beni culturali, ha bloccato qualsivoglia iniziativa edificatoria nel quadrilatero davanti al Catajo». Gli uffici competenti stanno cercando di capire se sarà pure necessario modificare il regolamento edilizio. Di sicuro quell’appezzamento resterà commerciale, ma lì – quasi per una legge del contrappasso – per l’appunto non si potrà più costruire nulla. In ogni caso Deda Immobiliare non si ferma.
Anzi, rilancia: «Abbiamo già presentato ricorso al Tar del Veneto per far valere i nostri diritti. Siamo di fronte ad una decisione abnorme; si tratta di un vincolo senza precedenti in Italia per dimensione e estensione, che viola il principio della certezza del diritto». La società rileva inoltre che «da vent’anni quell’area ha una destinazione commerciale, con bollino di grande superficie. Non solo. Il piano urbanistico attuativo è stato approvato da quasi un decennio». Inoltre «il provvedimento della Soprintendenza è frutto di un anomalo abbaglio: scambia per interesse pubblico ciò che invece è un esclusivo interesse privato del proprietario del Castello del Catajo; nello specifico, la pretesa di decidere il panorama riservato ai visitatori». Peraltro l’azienda continua a ricevere curriculum vitae di persone che vorrebbero lavorare nel nuovo centro commerciale. «Stiamo parlando di 1000 nuovi posti all’interno del mall, oltre agli 800 operai del comparto edilizio che verranno impiegati nel cantiere per venti mesi. Numeri da record. Siamo pronti a dare un’opportunità concreta a migliaia di famiglie del territorio. Miope non tenerne conto».
Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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