"Il bambino migrante" di Banksy da salvare a Venezia. La proprietà dell'edificio: «Noi ci siamo»

Martedì 26 Settembre 2023 di Tiziano Graziottin
"Il bambino migrante" di Banksy da salvare a Venezia. La proprietà dell'edificio: «Noi ci siamo»

VENEZIA - C'è ancora una speranza di salvare il "Bambino migrante" realizzato da Banksy sulla parete di un palazzo fatiscente affacciato sul Rio Novo a Venezia. A ruota dell'articolo del nostro giornale che venerdì scorso ha documentato il degrado del murale di San Pantalon - dopo 4 anni e passa sotto l'attacco di salsedine, acqua alta e di tutti gli elementi atmosferici che "mangiano" le mura del centro storico - la proprietà dell'edificio ha interessato gli uffici del sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi per cercare di far ripartire l'operazione di salvaguardia dell'opera dello street artist inglese, icona dell'arte contemporanea.

Salvaguardia

«Ripartire è il verbo esatto - commenta l'avvocato Jacopo Molina, che rappresenta la società padovana proprietaria dell'immobile - perché fin da quando, nel maggio 2019, apparve il murale sulla casa di san Pantalon ci si è preoccupati di intervenire, consapevoli che gli agenti atmosferici lo avrebbero in breve tempo intaccato.

Già nei mesi successivi infatti lo studio dell'ing. Baroncini inviò alla Sovrintendenza una richiesta urgente per la costruzione di una teca protettiva del dipinto dell'artista, espressione chiara della volontà di mantenere lì il murale».

Purtroppo acqua da allora ne è passata fin troppa sotto i ponti lagunari e il dialogo aperto con la Sovrintendenza non è approdato a nulla di concreto. Anzi in un primo tempo con sprezzo del ridicolo era stata incardinata in Procura una denuncia contro ignoti per "imbrattamento", trattandosi di un palazzo vincolato, fortunatamente archiviata visto che fu riconosciuto dalla stessa Sovrintendenza il valore del "Bambino migrante" realizzato a Venezia dal più noto artista di strada del mondo. «Nell'ultimo contatto con la Sovrintendenza - spiega ancora l'avvocato Molina - avvenuto nel giugno 2022 ci era stata data la disponibilità a concordare un sopralluogo che prevedeva anche l'installazione di un ponteggio per una visione ravvicinata dello stato di conservazione della facciata. Purtroppo non se ne è fatto nulla e il degrado dell'opera è avanzato in modo inesorabile, ora speriamo che dopo l'articolo de Il Gazzettino un autorevole esponente del governo come il prof. Sgarbi riporti in primo piano la necessità della salvaguardia di un murale molto significativo anche sotto l'aspetto simbolico per ciò che rappresenta in questo momento».

Proposta di intervento


La proprietà del palazzo, in vista di un recupero dell'immobile volto alla realizzazione di appartamenti, chiede in sostanza di poter intervenire secondo le indicazioni che saranno date dalla Sovrintendenza per +proteggere il "Bambino migrante". «Le stesse modalità dell'intervento - conclude Molina - erano state esposte fin da subito (si prevedeva di installare un pannello trasparente in plexiglass a distanza di 15 centimetri dall'intonaco, con vari altri accorgimenti protettivi, ndr), non escludendo la possibilità di alzare l'opera per sottrarla all'effetto dell'acqua alta e anche per evitare danneggiamenti vandalici. Il murale ora è parte integrante dell'immobile e c'è la volontà di mantenerlo in loco nel rispetto della scelta di Banksy. Quel che la proprietà chiede è di avere indicazioni precise dalla Sovrintendenza su come conservarlo. Certo non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo perchè - come le foto che avete pubblicato hanno documentato - il fenomeno del degrado è pesante e parte delle caratteristiche dell'opera sono già andate perse». Il pallino, dunque, ora è davvero nelle mani di Sgarbi.

Ultimo aggiornamento: 13:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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