Strage della Marmolada: nessun colpevole. Ecco perché l'inchiesta è stata archiviata

Si è trattato di un evento imprevedibile e quel ghiacciaio è malato da tempo. Il 3 luglio 2022 nel crollo persero la vita undici persone

Mercoledì 21 Giugno 2023
Strage della Marmolada: nessun colpevole. Pubblicate le motivazioni dell'archiviazione dell'inchiesta

TRENTO - Nessun colpevole, l'evento era imprevedibile e il ghiacciaio "malato" da tempo. A quasi un anno dal crollo del seracco che ha causato la strage della Marmolada, è stata archiviata l'inchiesta della Procura di Trento sul disastro in cui persero la vita undici alpinisti. Era il 3 luglio 2022. Il gip del Tribunale di Trento, Enrico Borrelli, ha condiviso le motivazioni della Procura e dei periti tecnici, secondo cui l'evento non era prevedibile

Il disastro è avvenuto poco dopo le 13.45 del 3 luglio del 2022, con il crollo di un seracco dal ghiacciaio della Regina delle Dolomiti causato, a quanto riportato dai consulenti della Procura, dalle «temperature elevate registrate da metà giugno».

La colata di ghiaccio, fango e sassi ha travolto alcune comitive di escursionisti, uccidendo undici persone.

 

Marmolada, un ghiacciaio malato

Nella relazione di 45 pagine, redatta per comprendere lo stato del ghiacciaio, si dice: “In poco più di trent’anni ha più che dimezzato la sua estensione, in soli 10 anni avrebbe perso oltre cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio”. Quella di Punta Rocca, dove si è verificato il distacco, è una porzione che dal 2012, a causa dei cambiamenti climatici si è separata dal ghiacciaio principale e dove si registra una condizione “di forte disequilibrio” perché la neve che dovrebbe perennemente coprire lo strato di ghiaccio, ormai scompare quasi del tutto sul finire dell’estate. Colpa dell’innalzamento delle temperature: la scorsa estate, a Punta Rocca “la temperatura massima ha raggiunto i 10,7 gradi centigradi”, e questo provocò la fusione della neve: si stima che, in 24 ore, su una superficie di 22mila metri quadrati (tale è l’estensione della massa ghiacciata a scavalco tra Veneto e Trentino) “si sarebbero prodotti oltre 32mila metri cubi d’acqua”.
Eppure il caldo in alta quota “non può essere invocato come unica causa del crollo”, spiega la perizia, visto che la temperatura “ha raggiunto sì un valore elevato, ma certamente non eccezionale”. A provocate il distacco di quei 6.480 metri cubi di materiale, secondo i periti della procura, è stato un insieme di fattori. Il ghiacciaio in quei giorni era attraversato da ‘bédièrè (torrenti d’acqua) e negli strati più profondi erano presenti crepacci e fratture “che contribuiscono ad accrescere la disgregazione del ghiaccio e a facilitare l’infiltrazione delle acque di fusione”. Condizioni di fragilità che non hanno profili di responsabilità. “Sulla base delle conoscenze disponibili l’evento non era prevedibile -si legge ancora- non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati nei giorni precedenti, suggerire un elevato rischio di crollo imminente”.

Chi sono le vittime della Marmolada

Il 3 luglio 2022 sul ghiacciaio della Marmolada c'erano molte persone, undici di loro non hanno più fatto ritorno a casa, e vogliamo ricordarli tutti. Quel giorno maledetto hanno perso la vita il ventiduenne Nicolò Zavatta, vicentino di Malo, il più giovane e l'ultimo ad essere recuperato. Poi c'erano i veneti Erica Campagnaro, Emanuela Piran, Filippo Bari, Paolo Dani, Tommaso Carollo, Davide Miotti e Gianmarco Gallina, la trentina Liliana Bertoldi e due alpinisti della Repubblica Ceca, Pavel Dana e Martin Ouda.

Ultimo aggiornamento: 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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