BELLUNO - Non sono bastati tre mesi, novantadue giorni per la precisione, a far cambiare idea al dottor Massimo Boaretto, primario di Medicina del San Martino, pilastro dell'azienda e eroe del covid (durante la pandemia fu responsabile anche degli analoghi reparti di Agordo e Pieve di Cadore). Giovedì, 6 luglio, è stato il suo ultimo giorno di lavoro in Ulss 1 Dolomiti.
Lo stimato medico aveva presentato le proprie dimissioni lo scorso 10 marzo e avrebbe avuto tempo sino al 9 giugno ecco i novantadue giorni per ritirarle.
Marzo era stato un periodo particolarmente caldo per il sistema Sanità dell'Ulss 1. In quelle stesse settimane infatti era montata la preoccupazione circa il destino del reparto di Neurologia del San Martino dove di lì a poco sarebbero rimasti in servizio solo tre dirigenti medici. Il dottor Boaretto, quindi, lasciato trascorrere senza nuove iniziative il periodo entro il quale avrebbe potuto ritirare le proprie dimissioni, da oggi non è più a servizio dell'Ulss 1 Dolomiti. Un periodo, evidentemente, durante il quale non sono andate a buona fine nemmeno le "interlocuzioni" - anche questo è un termine usato ancora nel mese di marzo dalla stessa Ulss per riferire che vi era un dialogo aperto con il professionista con lo scopo di farlo ritornare sui propri passi che erano state avviate. Un obiettivo, quello del ritiro delle dimissioni, che non è stato raggiunto nemmeno da Giuseppe Dal Ben, commissario nelle funzioni di Direttore Generale dell'Ulss 1 nominato a fine maggio. Segno, evidentemente, della profonda frattura che si era creta con l'Azienda che non ha saputo mettere in campo argomenti convincenti per trattenere a Belluno il dottor Boaretto. Da quel 10 marzo, ai 92 giorni trascorsi sino al 9 giugno se ne sono aggiunti infine altri 27 per un totale di 119. Giovedì però è stato davvero l'ultimo.