Ex velina sulle Dolomiti in elicottero, Mauro Corona furibondo: «Non c'è una legge che impedisca queste pagliacciate. Avesse scalato la montagna l'avrei rispettata»

Venerdì 28 Luglio 2023 di Olivia Bonetti
Influencer in elicottero sulle Dolomiti, l'ira di Mauro Corona

BELLUNO - «Non c'è una legge che protegga il silenzio della montagna: è diventata un luna park». L'appello di Mauro Corona, scrittore e alpinista, è chiaro: chiede delle norme, una costituzione a tutela di quelle vette, conquistate da eroici rocciatori, utilizzate sempre più spesso come "parco avventura" per imprese da postare sui social. L'ultima della serie è quella di Giulia Calcaterra, influencer "amante della adrenalina", ex velina di Striscia la Notizia ed ex naufraga dell'Isola dei Famosi.

Influencer sulle Dolomiti in elicottero

Il 24 luglio scorso con un elicottero della Elicampiglio/Heliunion di Trento si fa portare, in compagnia di quattro amici, in cima alla Torre Trieste nel Gruppo del Civetta a 2258 metri di quota, in comune di Taibon Agordino, nel Bellunese. Quattro voli per altrettanti lanci con paracadute immortalati nel video perfetto da condividere con il suo milione di follower.

Il filmato incassa 215mila visualizzazioni, ma anche una lunga lista di commenti negativi. «Uno sfregio alla montagna», dicono anche associazioni ambientaliste come Mountain Wilderness. Ma uno sfregio "legale" in Veneto, a differenza della provincia di Trento che da anni vieta trasporto passeggeri sopra i 1600 metri.

Mauro Corona contro chi non rispetta la montagna


«Finché non c'è una legge che proibisca queste pagliacciate o queste bravate, lei ha pienamente il diritto di farlo - sottolinea Mauro Corona, che ammette: «Da vecchio nostalgico della montagna e dell'alpinismo queste cose mi fanno schifo, ma se sono permesse io devo solo alzare le mani».

Se fosse stata una con le palle avrebbe scalato montagna Trieste e da lì si sarebbe buttata. Allora sì che sarebbe stato eroismo e purezza del terzo millennio

«Ma la colpa non è dell'influencer - riflette -, che ovviamente ha cercato la visibilità, pur in modo coraggioso, perché buttarsi da lì non è semplice. E non è un'eccezione. Di inverno scialpinisti pieni di dollari si fanno portare in vetta dagli elicotteri e poi scendono. Io che le ho scalate la Torre Venezia, Trieste, con fatica, paura, pericolo, passione, mi viene quasi una malinconica rabbia a vedere queste cose», afferma. Poi chiude: «Per me poteva buttarsi senza paracadute».

 


Montagna, il silenzio che non c'è più


«Lo so che con i problemi che ci sono attualmente, parlare di questa cosa è quasi un po' superficiale, ma la dice lunga sul disprezzo che si ha del silenzio - prosegue Corona -. Basta andare al lago Sorapis (a Cortina ndr) in agosto: radio a tutto volume, gommoni, danze, persone nude che prendono il sole. Tutto questo in una perla che è una lacrima caduta dal cielo: siamo alla sfascio.

Ci vogliono leggi severe, come per i piromani

«Lì se vai, vai con le tue forze o altrimenti multe salate, ma non la multina, 30-40mila euro». E rimarca: «Questa signorina che per 4 volte è andata su, e che quindi ha anche soldi perché costa 800 euro al minuto, poteva buttarsi senza paracadute e delegare qualcuno a postarla sui social. Queste cose mi fanno arrabbiare, perché mi sento impotente contro il denaro e la prevaricazione su tutto. Si permette tutto questo - dice ancora Corona - e poi per fare un impianto in Comelico, che avrebbe risolto la fame di quelle zone in difficoltà, zelanti funzionari proibiscono tutto». E conclude: «In montagna con l'elicottero solo per soccorso alpino, salvare vite, e i rifornimenti nei rifugi: il resto a piedi, a zampe».


Zone vincolate sulle Dolomiti


Solo un decimo del territorio bellunese (32mila ettari) è "vincolato" dalle regole della zona protetta del Parco Dolomiti Bellunesi. «La divisione - spiega il presidente del Parco Ennio Vigne - è avvenuta una proposta e condivisione del territorio in anni in cui era molto difficile il territorio del Parco. Ora i tempi sono cambiati, ma in quegli anni quello è stato il massimo perimetro possibile». E la Torre Trieste e quella zona dell'Agordino non rientra nella riserva: si poteva volare. «Se fosse stata in zona Parco non sarebbe stato possibile - dice il presidente - perché il sorvolo deve essere espressamente autorizzato, al di là dei mezzi di soccorso, e in determinati periodi dell'anno non può esserci neanche autorizzazione».



No al turismo estremo

L'assessore regionale al Turismo, Federico Caner, sul caso afferma: «Non abbiamo bisogno di un turismo estremo: sia in termini quantitativi, che di indotto. Puntiamo a un turismo di qualità e abbastanza ordinario che utilizzi i prodotti turistici che la provincia e la provincia già concede».

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci