Il Comune non può permettersi la parcella dell'avvocato, l'imprenditore: «Pago io»

Martedì 17 Gennaio 2023 di Yvonne Toscani
Mezzi in azione nella piazza fra la chiesa e il municipio di Santo Stefano

SANTO STEFANO - Difficoltà di bilancio per il Comune di Santo Stefano, così l’Associazione Comelico Nuovo corre in aiuto di Palazzo Alfarè ponendo su un piatto dorato i circa 5mila euro necessari per resistere al Consiglio di Stato, chiamato a esprimersi sul ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste.

Oggetto del contendere: la sentenza del Tar Veneto che, di fatto, ha bocciato il decreto del Ministero dei Beni culturali contenente i vincoli e la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area alpina compresa tra il Comelico e la Val d’Ansiei. Entro ieri le amministrazioni comunali dovevano esprimersi sulla volontà o meno di resistere. All’appello mancava ancora Santo Stefano, oltre alla Provincia di Belluno, che, per il momento, ha deciso di stare ferma. Al netto del dissesto delle casse comunali di piazza Roma, emerge però una piena sintonia degli enti locali contro i vincoli imposti da Roma.

LA LETTERA

«Siamo disponibili a contribuire con l’importo massimo di 5mila euro alle spese legali necessarie alla costituzione in giudizio del Comune di Santo Stefano, in vista dell’udienza imminente di venerdì, fissata in sede cautelare – ha scritto in una pec Francesco De Bettin, fondatore e presidente di Acn, indirizzandola al sindaco, Oscar Meneghetti –. Non siamo a priori contro la formalizzazione di vincoli legati alle buone pratiche di gestione del territorio in essere da oltre mille anni in Comelico, ma intendiamo discuterli e comprendere cosa la valle potrebbe ottenere in cambio, così da consentire il raggiungimento delle pari opportunità e un importante incremento del reddito medio procapite dei residenti». L’Associazione, seguita da 3.700 simpatizzanti, attende ora sia il preventivo scritto del legale incaricato sia un provvedimento formale dell’amministrazione comunale, con l’accettazione della somma, con finalità vincolata all’avvio dell’iter giudiziario presso il Consiglio di Stato e comprensiva degli oneri accessori. «Acn – precisa De Bettin – persegue uno sviluppo sostenibile, mira a un’inversione demografica per un ritorno a una popolazione residente di circa 8.500 persone, secondo una piramide di età equilibrata su classi d’età che consentano un incremento del reddito procapite e una equivalenza tra nati e morti, e non è contraria assolutamente a un incremento di popolazione per “linee esterne”, ovvero con il coinvolgimento di non indigeni. Acn non è nemmeno contraria ai vincoli, se questi servono. Semplicemente la sua posizione è negoziarli e stabilire con chi li impone i giusti risarcimenti in denaro e le modalità di perseguimento delle pari opportunità».

COME UN PARCO

I molti limiti imposti dal Ministero richiamano quelli di un parco. «Si abbia allora il coraggio di istituirne uno e di mettere mano al portafoglio – conclude Francesco De Bettin – riempiendoci le tasche di soldi, istituendo un comitato di gestione del parco presieduto da un residente, con un amministratore delegato residente e, soprattutto, con una decina di milioni all’anno da amministrare».

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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