Galleria Comelico, meno disagi del previsto: tunnel chiuso ai camion ma solo per anno anzichè tre

Giovedì 21 Marzo 2024 di Yvonne Toscani
La galleria Comelico

SANTO STEFANO - Il maxicantiere all'interno della galleria Comelico, lungo la strada statale 52 Carnica, potrebbe avere conseguenze economiche meno gravi di quelle prospettate qualora le osservazioni inviate dal presidente dell'Unione montana, Giancarlo Ianese, al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, e per conoscenza al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai governatori del Veneto e Friuli Venezia Giulia, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, ai prefetti di Belluno ed Udine, Mariano Savastano e Domenico Lione, fossero accolte.

Nel documento trasmesso vengono illustrate, con tanto di grafico, le fasi estrapolate dal cronoprogramma per quanto riguarda il solo intervento nel tunnel, indicando per ciascuna la presenza di vincoli in altezza e, presumibilmente, coincidenti con l'arco temporale più critico.

IL CANTIERE
I lavori, lungo i quattro chilometri tra il foro comeliano di Ponte della Lasta e quello auronzano di Tarlisse, saranno diluiti in 35 settimane, suddivise in cinque macrofasi. Nella prima, di cinque settimane, non è previsto alcun vincolo in altezza; nelle undici successive settimane la sagoma dei mezzi dovrà presentare un'altezza inferiore ai 380 centimetri; nelle seguenti quattordici e mezzo settimane il limite salirà a 420 centimetri. Nel periodo restante, conclusivo, non si avranno misure massime da osservare. «La limitazione a 3,80 metri, mai evidenziata in precedenza da Anas e nota sola dal progetto - spiega il presidente dell'Unione montana, Giancarlo Ianese - per l'intera durata dei lavori, cioè 35 mesi, risulta intollerabile per l'economia del Comelico e Sappada, impedendo il transito di tutti i mezzi impiegati per l'approvvigionamento di ogni tipo di merce, nonché l'uscita dalla valle di tutti i trasporti di legname. Dall'esame del progetto si evince che soltanto per la seconda macrofase, la limitazione di sagoma sia necessaria e non modificabile, dato che il traffico viene spostato alternativamente a ridosso del piedritto destro e sinistro».

L'OSTACOLO
Nella nota si evidenzia che contrariamente a quanto illustrato, nella relazione di cantierizzazione, la struttura di protezione installata per la terza fase non ha un'altezza di 3,80 metri dal piano stradale bensì di 4,20, mentre per le ultime due macrofasi la struttura di protezione, che limita la sagoma, non è presente. Così, per la Conferenza dei sindaci, senza necessità di modificare il piano progettuale e senza alcun aggravio di costi, la limitazione dei mezzi può essere ridotta solo dal sesto al sedicesimo mese, permettendo il transito dei mezzi, con un'altezza inferiore a 415 centimetri, per tutto il resto del cantiere. «Il disagio rappresentato - aggiunge Giancarlo Ianese - avrebbe quindi una durata di undici mesi contro i 35 ipotizzati, limitando a un terzo i ristori per maggiori percorrenze».

LE ALTERNATIVE
Gli amministratori hanno proposto altre due alternative, di cui una con la riduzione dell'area di cantiere di 38 centimetri, tale da permettere il transito a doppio senso, con un'altezza di 4,20 e senza ristori. «Qualora ciò non fosse possibile - continua il presidente dell'Um - si potrebbe optare per una terza soluzione, eliminando completamente il problema, imponendo per la sola seconda macrofase la circolazione a senso unico alternato con semaforizzazione e spostando l'unica corsia di transito verso il centro della galleria. Ciò sarebbe addirittura migliorativo, poiché la larghezza della zona di cantiere potrebbe essere aumentata da 3,31 a 6 metri». Da una prima analisi, la locale Unione montana stima costi lievitati, per il limite dell'altezza dei mezzi, per quasi 400mila euro al mese, che nell'arco di ciascun anno di intervento nel tunnel equivalgono a 4 milioni e 700mila euro. 

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