Manca personale negli uffici postali: «Chili di lettere non distribuite, siamo pronti alla protesta». Braccio di ferro tra Poste italiane e sindacati

Martedì 31 Ottobre 2023 di ​Claudio Fontanive
«Chili di posta non distribuita, siamo pronti alla protesta», braccio di ferro tra Poste italiane e sindacati

BELLUNO - Non accenna a fermarsi il braccio di ferro fra Poste Italiane e sigle sindacali. Manca personale e in alcuni uffici postali della provincia la corrispondenza si accumula. Slc-Cgil Belluno, soltanto qualche settimana fa, denunciava la necessità di almeno 25 portalettere aggiuntivi; un'assenza che avrebbe determinato l'accumulo di posta specie negli uffici di San Vito di Cadore, Santo Stefano di Cadore, Agordo e Feltre.
Il recente incontro, sul tema dell'accentramento delle lavorazioni interne, non avrebbe sortito alcun esito.

«SOTTO DEL 50 PER CENTO»

«L'azienda ci ha spiegato che tutto va bene, ma millanta dei dati che non sono reali spiega Adriano Musolino della Slc Cgil Belluno -, come si può essere soddisfatti di una riorganizzazione che è partita senza personale? Dal primo luglio scorso tutti i pacchi vengono lavorati e smistati dalla sede di Belluno, dove a fronte di 13 addetti alla lavorazione interna previsti dall'accordo fra azienda e parti sindacali, ce ne sono soltanto 6 di cui 3 a tempo determinato, con altri colleghi che quotidianamente tamponano la situazione, e che devono smistare il lavoro per tutti gli uffici postali della provincia».
Tale situazione pare si ripercuota di conseguenza sugli uffici postali periferici, secondo l'analisi del sindacalista.
«Gli addetti di sportelleria dei vari uffici postali - continua Musolino - si trovano a raccogliere la rabbia della gente per i ritardi nella consegna della corrispondenza ma non sa che recapito e sportelleria sono due comparti diversi.

A proposito di sportelleria il progetto Polis di Poste Italiane era stato pensato come disegno inclusivo anche per una provincia disagiata come la nostra, ma non è mai partito se non per rifare il look agli uffici postali. Ad esempio, si provi a rinnovare un passaporto nell'ufficio postale di Lamon, che fa parte degli uffici polis, non è possibile, come qualsiasi cittadino può verificare».

«CONTRATTI IN SCADENZA»

Poste Italiane però pare stia cercando di correre ai ripari con la ricerca di nuovo personale. «Non si presenta nessuno - continua Musolino - in quanto si è sparsa la voce che l'azienda pensa di continuare a dichiarare profitti sul sangue dei lavoratori, e se si continua su questa strada la Cgil sarà sicuramente in prima linea per azioni di protesta. Peraltro il 31 dicembre prossimo scadrà il contratto di lavoro di tutti i postali, ma tutto tace. Il part time che l'azienda propone ormai frequentemente non è economicamente attraente per un potenziale lavoratore, in quanto dà comunque dei periodi di non continuità del lavoro anche durante il contratto, dal recapito alla sportelleria la storia non cambia. Eppure la soluzione sarebbe a portata di mano per l'azienda: basterebbe trasformare full time l'enorme capitale umano e di competenze dei portalettere assunti a tempo parziale, e sostenere il potenziamento della rete degli uffici postali come casa del cittadino. Diversamente avremo la convinzione che Poste ha deciso che sulla provincia di Belluno non intende più investire».
Intanto, la questione delle lettere in giacenza potrebbe non migliorare a breve. «Il volume dei pacchi - conclude Musolino, - aumenterà nei prossimi mesi, con il Natale alle porte e le varie operazioni di primeday di Amazon, di certo non alleggeriranno la mole di lavoro accumulatosi».

Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA