TREVISO - All'inizio è scoppiato il caso del Consorzio Sgai. A ruota è seguita l'indagine su Casa Zero, entrambe legate al Superbonus 110%. Poi è spuntata l'inchiesta su Giorgio Scarso, ragioniere di Ponte di Piave, relativa al Bonus Facciate 90% e all'Ecobonus 65%.
LE VITTIME
Il primo truffato, sottolinea il comandante De Giacomo, rimane lo Stato. Ma le vittime, solo a Treviso, hanno sforato il migliaio tra chi si è ritrovato con i cantieri abbandonati subito dopo l'inizio (e quindi con case ad esempio senza finestre, tetti o caldaie), chi si è visto svuotato il cassetto fiscale senza aver mai dato il via ai lavori e chi ha perso la possibilità di usufruire degli incentivi dovendo rinunciare a riammodernare la propria abitazione. «I profili che destano maggior preoccupazione sono principalmente due - continua il colonnello De Giacomo - Dal punto di vista investigativo, la circostanza che in questa provincia si siano insediati dei veri e propri "centri di servizi illeciti", gestiti da professionisti opachi che si sono messi a disposizione per realizzare truffe che hanno travalicato i confini provinciali e anche quelli regionali. E dal punto di vista sociale, invece, la situazione delle centinaia e centinaia di vittime delle frodi sul Superbonus 110% che spesso, oltre a essere private della possibilità di accedere alle agevolazioni, si sono ritrovate di fatto a non poter disporre della propria abitazione, resa inagibile a causa di lavori iniziati e mai conclusi».
LE INCHIESTE
La prima inchiesta chiusa riguarda il Consorzio Sgai. La Procura di Napoli ha chiesto il processo per 17 persone per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, il falso ideologico, la sostituzione di persona e l'occultamento o distruzione di libri contabili. Il reato associativo viene contestato soltanto a 13, tra cui il presunto capo dell'organizzazione, l'ex presidente del Consorzio, il 50enne di Ischia Roberto Galloro. Ancora in itinere invece l'inchiesta su Casa Zero. Gli indagati sono saliti a 8, tra cui Alberto Botter, il 38enne fondatore e amministratore di fatto del consorzio Casa Zero, Fabio Casarin, 48enne milanese legale rappresentante di diritto della società, e Massimiliano Mattiazzo, 55enne trevigiano, libero professionista, con il compito di asseveratore dei lavori. I creditori insinuati nel passivo, dopo i 622 già ammessi, sono in continua crescita. Si parla di un buco da 12,5 milioni di euro. A livello penale sono invece 172 i trevigiani che, in un eventuale processo, intendono costituirsi parte civile. Per quanto riguarda l'indagine sul ragioniere Giorgio Scarso, gli indagati oltre al professionista sono 19. Le fiamme gialle sono già riuscite a porre sotto sequestro conti correnti, auto, e quote societarie per 2 milioni di euro e crediti fiscali per altri 49 milioni.