Ospedale, sospeso lo stato di agitazione del personale: i tavoli tecnici del trasloco supervisionati dal prefetto

Lunedì 8 Aprile 2024 di Mauro Favaro
Gli infermieri del Ca' Foncello in stato di agitazione: è stato sospeso

TREVISO – Lo stato di agitazione del personale della cittadella sanitaria è sospeso. Così come il blocco degli straordinari. La svolta è arrivata nell’incontro di lunedì 8 aprile davanti al prefetto Angelo Sidoti tra i sindacati, Fp Cgil, Cisl Fp, Uilfpl, Fials e Nursing Up, e i vertici dell’Usl.

I PUNTI

L’azienda sanitaria si è impegnata a rinforzare la squadra trasporti, cioè quella che si occupa del trasferimento dei pazienti dall’area chirurgica del nuovo monoblocco al corpo centrale del Ca’ Foncello. Cosa non secondaria visti gli spazi della cittadella. Si parla di 8 oss in più. A breve, poi, ci saranno nuove assunzioni: sia amministrativi, per alleggerire i reparti a livello burocratico, che infermieri. Sono 150 quelli in arrivo nella Marca dall’ultimo concorso di Azienda Zero. Ma soprattutto d’ora in poi i tavoli tecnici per il trasloco dei reparti nel monoblocco si terranno con la supervisione del prefetto, come richiesto dai sindacati. Il prossimo è stato fissato per il 18 aprile. L’obiettivo finale è arrivare a completare lo spostamento delle unità nel monoblocco entro la fine di giugno. «Comprendiamo la sofferenza dei lavoratori legata al fatto che stiamo lavorando su due parti diverse: il settore chirurgico del monoblocco e il resto – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – attiveremo la squadra trasporti per agevolare il trasferimento dei pazienti, oggi un po’ difficoltoso, almeno fino a quando non sarà tutto riunito nel monoblocco».

I TRASFERIMENTI

Nel giro di un mese dovrà essere trasferita la radiologia, tra Tac e risonanze. «Quando ci si riunisce in un blocco unico, nel nostro caso con 20 sale operatorie, si risparmiano risorse umane – continua il direttore – oggi il problema c’è, poi non dovrebbe più esserci». Proprio domani ci saranno gli ultimi collaudi per il completo utilizzo del monoblocco. «La cosa non è dipesa da noi, ma da Ospedal Grando (concessionario privato, ndr) che ha ritardato una serie di passaggi», mette in chiaro Benazzi. Per il resto si attende l’incontro del 18 aprile in prefettura. «Accompagneremo il passaggio dei lavoratori nella nuova cittadella con il supporto delle organizzazioni sindacali – specifica il direttore generale – questo momento verrà superato. I dati che abbiamo fornito al prefetto non dimostrano carenza di personale, né infermieri né oss. In più, stiamo spedendo i telegrammi per le nuove assunzioni». Con la consapevolezza che un infermiere di sala operatoria, che decide su base volontaria di fare il “ferrista”, ha bisogno di 6 mesi di formazione. «Sappiamo che i nostri lavoratori stanno facendo sacrifici. E siamo loro grati – evidenzia Benazzi – ma durante l’emergenza Covid le attività si sono fermate. E ora dobbiamo avere tutti a cuore i pazienti: il bene collettivo supera il bene individuale». I sindacati hanno sospeso l’agitazione. «Più che una risposta, abbiamo trovato degli impegni – spiega Mario De Boni (Cisl Fp) – auspico che ora si possa andare nella direzione giusta».

Con la supervisione della prefettura. «Abbiamo chiesto un impegno formale affinché tutto il percorso possa essere presidiato – specifica Marta Casarin (Fp Cgil) – le richieste non erano mai state prese in carico dall’Usl. Oggi ci troviamo da una parte con i lavoratori al limite e dall’altra con l’Usl che dice che in base ai loro dati le cose funzionano. Il tavolo in prefettura renderà il percorso più strutturato. Lo stato di agitazione è sospeso, non revocato». «I precedenti confronti non sono stati sufficienti: serviva una regia terza», conferma Roberto Meneghello (Uilfpl). «Attualmente i lavoratori hanno in media 35 giorni di ferie arretrate. Vuol dire più di un anno – rimarca Annarita Secchi (Nursing Up) – bisogna intervenire anche per una questione di sicurezza. Ed è necessario fare lo stesso per i materiali. Oggi gli operatori devono recuperare pure le cose basilari da una sala all’altra. La situazione della farmacia non è ancora stata risolta». Tra i vari interventi, il rafforzamento della squadra trasporti è ritenuto prioritario. «Servono almeno dieci persone che si occupino solo di portare pazienti da una parte all’altra – conclude Gianluca Martin (Fials) – bisogna come minimo garantire al personale dei reparti di non doversi muovere dalle unità operative».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci