Due mete nel 6 Nazioni e miglior giocatrice, Alyssa D'Incà è la sorpresa dell'Italia: «Che soddisfazione!»

Lunedì 17 Aprile 2023 di Silvano Cavallet
la bellunese Alyssa D'Incà riceve il premio come miglior giocatrice della partita dopo la vittoria dell'Italia sull'Irlanda

BELLUNO - «Siamo diventate una vera squadra, capace di mettere le nostre rispettive qualità al servizio dell’obiettivo comune». Richiesta di indicare il tratto che meglio connota l’Italrugby “rosa”, Alyssa D’Incà non ha dubbi: tanto impegno e maniacale attenzione su ogni dettaglio.

Così è nato il primo successo delle azzurre nel Sei Nazioni femminile, sabato a Parma: 24-7 e la bellunese protagonista assoluta, sia in difesa sia soprattutto in attacco con 2 mete e il meritatissimo premio di miglior giocatrice dell’incontro. «Nella scorsa settimana abbiamo lavorato molto per eliminare ciò che non aveva funzionato nelle prime due partite del torneo, come la frenesia palla in mano e qualche imprecisione al piede». Qualche remora c’era stata in avvio, poi la squadra è cresciuta e il gioco ha preso a fluire senza scosse.

Tra l’altro siete riuscite ad adattarvi al metro di giudizio dell’arbitro francese.
«Sì, è vero. All’inizio abbiamo un po’ faticato a capire il suo modo di dirigere la gara poi, però, abbiamo trovato il giusto equilibrio».

Detto dell’eccellente prestazione del collettivo, vorrei fermarmi un po’ sulla tua gara. Partendo da un dato: mi pare che tu sia cresciuta molto dal punto di vista fisico.
«È un processo iniziato già prima dell’ultima Coppa del Mondo sotto la guida di Giovanni Biondi; processo che continua ancora con Giovanni e con Davide Barbieri. Devo proprio dire, in tutta onestà, che mi sento davvero bene. E quando sei in questa condizione il lavoro diventa più facile e, soprattutto, più produttivo».

Rugbisticamente sei nata come centro e come mediano di mischia. In questo Sei Nazioni, invece, hai assunto il ruolo di ala. Come è maturata la decisione del tecnico?
«Dopo la rassegna iridata in Nuova Zelanda, Maria Magatti aveva annunciato il suo ritiro dell’attività internazionale e Giovanni Raineri (il nuovo tecnico azzurro, ndr) mi aveva detto che, pur tenendomi in considerazione come centro, intendeva propormi all’ala. Un impegno di non poco conto che ho affrontato ricordando tutto quello che faceva Maria, con la quale avevo un ottimo rapporto. L’adattamento, così, è stato più facile e devo dire che mi sono sentita davvero onorata per averne raccolto il ruolo. Di più, devo dire che, all’ala, mi sto proprio divertendo».

C’è un dato importante. Anche contro l’Irlanda, sabato a Parma, hai difeso con una grinta straordinaria, mettendo grande pressione sulla linea veloce avversaria.
«Convinta, da sempre, che la difesa sia un mio punto debole, mi sforzo di analizzare ogni dettaglio per migliorare sempre più la mia prestazione. Prima di questa chiamata stavo rivendendo la partita per capirne di più. D’altra parte, al momento di entrare in campo, il primo obiettivo che mi prefiggo è terminare con zero placcaggi mancati».

E poi l’attacco: 2 mete di ottima fattura. La seconda, in particolare, stravolgendo i canoni che prevedono di dover puntare alla bandierina.
«Devo dire un grande grazie a Beatrice Rigoni con la quale abbiamo una bella intesa nel gioco. Di fatto ha scodellato un pallone che chiedeva solo di essere portato a segno. Come l’ho raccolto, vedendo che la difesa irlandese si stava preparando a chiudere pensando che debordassi verso l’esterno, ho deciso di tagliare verso il centro; sfruttando una dote che mi riconosco: la capacità di accelerare nei primi passi (di questa capacità hanno preso nota anche le avversarie che, nel corso della gara, spesso sono state costrette a raddoppiare la difesa nella corsia dell’azzurra, ndr)».

Quando manca una manciata di minuti alla fine, arriva la designazione della “player del match”. Che si prova?
«Durante tutta la partita, l’attenzione è rivolta a giocare al meglio per te e per la squadra. Non ci sono margini per altri pensieri. Poi, quando lo speaker ne parla, tra me e me mi sono detta “Sarà certamente Sara Tounesi, autrice di una magnifica prova”. Sentendo il mio nome sono rimasta davvero sorpresa. Ma certo, è una sensazione bellissima quella che si prova. Sempre considerando, però, che nel nostro sport è il collettivo che conta. E ieri (sabato per chi legge, ndr) tutte abbiamo giocato con grinta, determinazione, passione e condivisione dell’obiettivo che ci eravamo proposte: vincere».

Una prova di spessore che ha fatto certamente divertire tutti gli appassionati. E adesso sguardo su Edimburgo, dove incontrerete la Scozia.
«Stesso approccio, stessa grinta, stessa voglia di ben figurare. E, naturalmente, di continuare a divertire tifosi e appassionati».

Ecco, questa è Alyssa: obiettivi chiari e massima applicazione nel perseguirli.
 

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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