«Nessun rimpianto io ho dato ora spazio ai medici più giovani»

Lunedì 27 Maggio 2019
I RICORDI
BELLUNO Dopo 17 al pronto soccorso del San Martino, Giovanni Goigoux, 63 anni, e un'esperienza professionale iniziata nel 1982 all'interno dell'Usl bellunese, è pronto a staccare la spina. Si cambia vita dopo tanti in prima linea tra Belluno, Agordo, Feltre e ancora Belluno. Le procedure per coprire il suo posto sono già state autorizzate dalla Regione Veneto.
«Non è stata una decisione semplice - afferma il primario -, perché fare il medico mi piace. Ma dopo tanti anni credo di non aver più nulla da dare. Ad una certa età, specie in questo settore che richiede un impegno continuo, ovvero 24 ore al giorno, è bene farsi da parte e lasciare spazio alle energie dei giovani».
In tutta la sua carriera stima di aver visitato circa 100mila pazienti.
«Con questa azienda ho lavorato bene - afferma il primario -, trovando sempre il riscontro positivo. Poi è stato bello anche il rapporto con la gente».
Tanti gli aneddoti nel cassetto della memoria, ma anche un grande incubo: quello delle responsabilità mediche che finiscono nei tribunali.
«Sentirsi accusare di omicidio colposo - spiega il medico - è come sentire il mondo che ti crolla addosso, perché un medico opera sempre per fare del bene. Fortunatamente il 99 per cento delle denunce finisce con archiviazioni o piena assoluzione. Ma questo aspetto è davvero un cruccio enorme per chi fa questa professione».
Un addio in piena serenità, con tanto di elogio all'azienda, cosa che non sempre accade tra chi spesso attende il momento della pensione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe In un periodo di caccia ai medici, ormai merce estremamente rara, Goigoux dice che non si lascerà attrarre dalle ricche sirene, anche straniere, per ingaggiare anche i pensionati.
«Basta - dice - ho dato. Largo ai giovani».
Cambio al vertice dunque al pronto soccorso di Belluno. Le procedure sono avviate, ma in ballo c'è anche un concorso dell'Azienda Zero per assumere medici di pronto soccorso, di cui 15 destinati agli ospedale della provincia di Belluno.
Il problema sarà trovarli.
L.M.
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